E nel Pdl nessuno difende Tremonti
Il ministro è solo. In altri tempi Giulio Tremonti, dopo un attacco come quello che gli ha portato Guido Crosetto, avrebbe avuto la difesa almeno dei vertici del partito. Stavolta, invece, nessuno dei big ha parlato. Tutto tace attorno al responsabile dell'Economia, i vertici si sono defilati, e i pochi che sono intervenuti a suo favore hanno «sfumato» molto i toni, spiegando che comunque le misure economiche dovranno essere portate in Consiglio dei Ministri e condivise da tutti. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ad esempio, è stato glaciale. «La Manovra sarà partecipata e non blindata, e risponderà ad obiettivi europei, che è doveroso, ma anche nazionali – ha spiegato ieri mattina – Abbiamo inaugurato un metodo di lavoro basato sulla collegialità. Questo permetterà di conoscerla e di valutarla tutti insieme: io ad esempio al momento non la conosco. A partire dal vertice di maggioranza di domani faremo le dovute valutazioni tecniche e politiche». Più disponibile nei confronti di Tremonti ma comunque senza spendersi troppo nei suoi confronti il Ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani: «Crosetto, che è un amico ha forse segnalato un malessere. Ha parlato ovviamente a titolo personale ma c'è sempre un po' di discussione su una manovra, soprattutto su questa che è particolarmente complessa». E anche Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma, non ha perso l'occasione per lanciare una frecciata al ministro pur dando l'impressione di volerlo difendere: «Tremonti non è accerchiato e gode della stima e della gratitudine di tutti noi. Gli sconsiglio solo di cavalcare l'anticasta, perché è un sentimento che non conosce dosi omeopatiche: o sei Grillo e lo intercetti o sei grillo parlante e ti travolge». Forte di questo mancato intervento a difesa del super ministro dell'Economia ieri Guido Crosetto è così tornato all'attacco dopo le parole durissime pronunciate domenica: «Ho letto sui giornali che il mio pensiero sarebbe stato ispirato chissà da chi: vorrei precisare che se c'è una ispiratore, beh sono le 5.465.064 piccole imprese italiane, che rappresentano il 73,9% degli occupati». «Dietro la mia presa di posizione – prosegue – non ci sono autorevoli membri del governo e non c'è la lotta per far fuori qualcuno, ma semmai la volontà di continuare a lottare per il mio Paese». L'ex responsabile economico di Forza Italia, ricorda di avere ben presente la situazione italiana: «Conosco perfettamente lo stato dei conti e so cosa significhi dover gestire un debito pubblico come il nostro che nel 2010 ha bruciato solo per interessi 70.152 milioni di euro. Così come so perfettamente che nel 2014, se nulla cambierà, la spesa salirà a 97.605 milioni, il 5,6% del Pil. Sono altrettanto consapevole del fatto che le condizioni dei mercati internazionali restano pericolosissime, come dimostra il volume mondiale dei derivati arrivato a 582.655 milioni di dollari quest'anno». Però, chiarisce Crosetto, «quello che critico è il fatto che noi ci limitiamo a manovre di tagli contingenti senza pensare a manovre che stabilizzino e abbassino la spesa nel medio-lungo periodo». In sostanza «bisogna entrare nel dettaglio e non fare dichiarazioni di principio, scrivendo solo i titoli dei capitolo del libro senza riempirli di contenuti». E la «pancia» del Pdl sta tutta con lui. A riassumere la posizione dei deputati è stata Margherita Boniver: «Tutto questo ricorda una cura medica di qualche secolo fa quando ai malati si cavava il sangue applicando le sanguisughe rischiando al posto della guarigione di arrivare dritti alle esequie. In questo senso sono d'accordo con Guido Crosetto il quale ha gettato il sasso nello stagno».