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Berlusconi apre all'opposizione

Berlusconi in Senato

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Il momento è delicato. Il varo della manovra economica non sarà semplice anche per l'inevitabile onere che comporterà. Ecco quindi che Berlusconi  abbandona i toni polemici con il centrosinistra e invita l'opposizione a un atteggiamento di responsabilità sulle misure economiche che il governo si accinge a varare. Parlando ai Promotori della Libertà, il premier sottolinea di avere in Parlamento i numeri per andare avanti con tranquillità (quei 317 deputati che sono una «inedità maggioranza assoluta» per il governo) e completare la legislatura. E proprio la certezza di completare la legislatura dovrebbe indurre l'opposizione a collaborare sulle riforme. «Ho detto ai nostri oppositori: cerchiamo di impiegare bene insieme i 18 mesi che mancano, cerchiamo di realizzare insieme le riforme che servono al Paese, e soprattutto pensate se non vale la pena di accettare questa nostra offerta dopo che ormai avete ben chiaro che il nostro governo continuerà fino alla fine della legislatura. Tanto vale, quindi, cercare di andare d'accordo..». Insomma, il centrosinistra si «rassegni» e dia una mano per il varo delle tre riforme cardine che restano da fare: fisco, architettura istituzionale e giustizia. Avviare un «dialogo con l'opposizione», sottolinea il premier, «è la mia speranza, almeno sulle riforme più importanti» per le quali, aggiunge ammorbidendo i toni, «ho rivolto un invito con forte spirito costruttivo». Sullo sfondo, però, mantiene la certezza dei numeri, rafforzata dal fatto che «la maggioranza, dopo che non comprende più Fini e i suoi, è politicamente meno numerosa, ma è molto più forte e coesa, ed è finalmente in grado di approvare le riforme». Come dire: possiamo fare anche da soli. Ma dal centrosinistra arriva la doccia fredda con il Pd che rigetta l'offerta: il governo è «un pugile aggrappato all'avversario nella speranza di recuperare le forze», premette Maurizio Migliavacca. «Ma ormai questa maggioranza non ha più nessuna credibilità», aggiunge il coordinatore della segreteria nazionale dei Democratici. Nel videomessaggio il premier dà anche stoccate ai media che, a suo giudizio, «sono scatenati contro di noi» e contribuiscono ad «avvelenare il clima». Ma soprattutto torna sulla manovra e la riforma fiscale. Dopo aver rinnovato l'appello alla coesione interna, in un momento delicato in cui la crisi economica ancora non è passata e pericoli speculativi sono sempre alle porte, ribadisce che l'intenzione è quella di «proseguire nella politica di prudenza e di rigore» che consentirà al governo di «mantenere tutti gli impegni: sia con l'Unione europea, che con le famiglie dei risparmiatori e con gli investitori». E in questo scenario il ministro Tremonti svolge il ruolo di guardiano delle casse dello Stato. Il premier sottolinea che «tutti gli organismi internazionali di controllo hanno dato dei pareri molto positivi sulla nostra attività di Governo, hanno riconosciuto che nei primi tre anni di governo abbiamo operato al meglio e abbiamo posto i conti pubblici in sicurezza, al riparo dagli attacchi della speculazione internazionale».  

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