Tonino continua il pressing sul Pd
Ormai è una battaglia personale. Da un lato Antonio Di Pietro che non molla la presa. Dall'altro Pier Luigi Bersani che cerca in tutti i modi di sfuggire. Non male per due che dovrebbero costruire, insieme, l'alternativa a Silvio Berlusconi. Il punto è che il cambio di strategia di Tonino ha letteralmente spiazzato i Democratici. Che ora vorrebbero in tutti i modi riprendere in mano il pallino delle operazioni. Ma non sarà facile. Anche perché l'ex pm, che ieri spopolava sui quotidiani con una serie di interviste, continua a lanciare provocazioni quotidiane. E poco importa che i suoi elettori oscillino tra l'arrabbiato, il critico, l'incredulo e il diffidente, lui non cambia rotta. Fino al punto di «commuoversi» per le sorti di colui che, fino a qualche giorno fa, era senza ombra di dubbio il suo principale nemico. «Berlusconi oggi è una persona sostanzialmente sola - spiega Di Pietro al Corriere della Sera -, che cerca di comperare una felicità che non ha. I miei sentimenti per lui sono di humana pietas. E di rabbia per i cortigiani che di lui si approfittano». Certo, assicura, il «giudizio politico non è cambiato» ma la strategia sì: «Lo voglio sfidare. Porti in Parlamento la riforma fiscale l'aumento delle imposte sulle aliquote finanziarie e il taglio di quelle sul lavoro, l'abolizione delle Province, e noi non ci tireremo indietro». Quindi Tonino confida alla Stampa il suo obiettivo: «Non si vince soltanto con i no. Dobbiamo intercettare i voti in uscita da destra. Ce lo hanno già detto i referendum sono andati a votare 27 milioni di italiani, molti di più dei 17 che votarono centrosinistra. A 'sta gente vogliamo spiegare il progetto dell'opposizione?» E qui parte l'attacco agli alleati che si fa più veemente sulle pagine del Fatto Quotidiano: «Sono mesi che dico a Bersani e riunisci santa pazienza! Facciamola questa coalizione! Mettiamoci intorno a un tavolo io, lui e Vendola e parliamo del programma. Visto che non succede nulla sai qual è la novità? Mi candido pure io, così dovremo parlare dei programmi dell'Idv». Bersani, però, ancora una volta non raccoglie il guanto della sfida. Il segretario del Pd preferisce infatti concentrarsi sul proprio partito sicuro che il «berlusconismo» sia ormai finito. Per questo ha deciso di avviare un percorso di riforma del Pd che si concluderà in autunno con una Conferenza nazionale che riscriverà le regole della democrazia interna. Nel frattempo ci sarà una discussione tra gli iscritti (con l'apertura di un sito internet e coinvolgendo le Feste estive) su alcuni punti tra cui le primarie. Che restano un punto fondante, ma che devono «essere messe in sicurezza». E Di Pietro? Bersani è telegrafico: «Da mesi, anzi forse da un anno lavoriamo su un progetto di alternativa. Di Pietro sa che dieci giorni fa ci siamo accordati con le forze di centrosinistra per meccanismi di confronto su temi programmatici. Dunque problemi zero a discutere di programmi. Se poi ci sono altri problemi non saprei quali possono essere». In ogni caso il segretario non ci sta a inseguire l'ex pm: «I tempi lasciateli decidere un po' a noi». Arriverderci alla prossima puntata.