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Lobbismo e pregiudizio

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Dagli al lobbista. È diventato uno sport nazionale, molto praticato, in particolare in coincidenza con inchieste della magistratura che spesso non hanno niente a che vedere con l'attività di rappresentanza degli interessi. E così molti professionisti, che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con serietà, moralità e rispetto per le istituzioni, sono costretti a subire l'umiliazione di sentirsi dipinti a tinte fosche come loschi figuri che si muovono nell'ombra, operano al limite della legalità a volte sconfinando nei giardini del male della corruzione. Non credo che si possa più tollerare una mistificazione di questo genere. È ora di fare chiarezza su questa professione e di chiedere al Parlamento italiano una legge che regolamenti questa attività. Chi è il lobbista? È un professionista che si occupa di rappresentare interessi presso le istituzioni. Gli interessi rappresentati possono essere quelli di aziende, di associazioni di categoria, di organizzazioni non profit. Le istituzioni con le quali un lobbista ha a che fare sono: Parlamento, Governo e Pubblica Amministrazione, Autorità Indipendenti, Regioni, Province, Comuni. A queste vanno aggiunte le istituzioni Europee. L'attività di rappresentanza di interessi non è un'ingerenza indebita nella sfera politica e dell'amministrazione. I lobbisti non sono un esercito clandestino in marcia per assaltare le istituzioni e limitarne la sovranità. Sono professionisti che comunicano ai pubblici decisori gli interessi che rappresentano e cercano di convicerli ad adottare decisioni che tengano conto di questi interessi. Per svolgere questa attività i lobbisti non devono ricorrere a pressioni indebite, né, tanto meno, devono violare le leggi. Devono semplicemente poter accedere alle istituzioni, dichiarando l'identità propria e del soggetto per cui lavorano, e poter dialogare con chi prende le decisioni in nome dell'interesse generale. È un'attività scandalosa? È un attentato alla democrazia? Nella Costituzione americana il lobbismo trova fondamento nel primo Emendamento che tutela il diritto di petizione. Nelle istituzioni europee, Parlamento e Commissione, l'attività di lobbying è parte integrante dei processi decisionali, è riconosciuta e regolamentata. Di recente è stato istituito un registro unico dei lobbisti, definito "registro per la trasparenza" che a breve sarà consultabile su un sito. Si potranno conoscere nomi e attività dei professonisti che operano presso Parlamento e Commissione. In Italia non c'è alcuna regolamentazione. Siamo in pieno far west e può succedere di tutto. Così la moneta cattiva scaccia quella buona. Nelle ultime legislature sono stati presentati una trentina di disegni di legge, uno anche di iniziativa governativa, ad opera di Giulio Santagata, Ministro per l'attuazione del programma dell'ultimo Governo Prodi. Ma nessuno è mai approdato al voto. Si può andare avanti così? Secondo noi assolutamento no. "Il Chiostro per la trasparenza delle lobby" con i suoi 130 iscritti si batte da tre anni perché l'attività di rapporti con le istituzioni sia trattata con rispetto e sia regolamentata. Abbiamo anche promosso un'iniziativa che ha raccolto un mese fa a Roma, per la prima volta, tutte le associazioni dei lobbisti dei 27 paesi Europei e fondato una nuova associazione che ci raggruppa (P.A.C.E.- Public Affairs Community of Europe). L'anno scorso abbiamo elaborato insieme all'ISLE una proposta di legge che è stata presentata dall'Istituto di Studi per la la Legislazione alla Presidenza della Camera. Chiediamo ai giornali di trattare la nostra professione senza confonderci con altre attività più o meno lecite. Chiediamo a tutte le forze politiche di riflettere con serenità sul'urgenza di una regolamentazione che, a nostro avviso, è una piccola ma importante riforma istituzionale. Serve una legge nazionale anche perché alcune regioni si stanno dotando di regole locali e andrebbe evitato un altro caos normativo tra istituzioni centrali e periferiche. Einstein diceva: «È più facile rompere il nucleo di un atomo che un pregiudizio». È arrivato il momento di provare a rompere il pregiudizio negativo sulle lobby. Per quanto mi riguarda lo dico con orgoglio: sono lobbista e me ne vanto.

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