Intercettazioni "inutili". Il Pdl torna all'attacco
Riparte la lotta alle intercettazioni. Il governo vuole bloccare la pubblicazione delle conversazioni che non hanno rilevanza penale. Quindi impedire che si abusi dei documenti in mano alle procure. È questa l'intenzione della maggioranza alla luce dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta P4. Il Pdl sta infatti valutando di nuovo di intervenire per fermare lo «stillicidio mediatico», che non servirebbe ad altro, secondo il partito di Berlusconi, per gettare fango sulle istituzioni. Si tratta di una scelta politica mirata a impedire che i giornali pubblichino i documenti raccolti dagli inquirenti nel corso delle indagini e che, ai fini delle inchieste, non hanno alcun interesse pubblico. Anzi. Tanto da arrivare a prendere in considerazione anche la possibilità di utilizzare lo strumento del decreto legge per accelerare l'iter parlamentare. Mentre l'Esecutivo valuta come mettere un freno alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, intanto emergono nuovi particolari dagli interrogatori degli indagati nell'inchiesta campana sulla presunta organizzazione segreta in grado di manipolare politici, magistrati e forze dell'ordine per raccogliere informazioni coperte da segreto. «A Masi suggerii: prendi la pratica Santoro e portala in consiglio di amministrazione. Se non te lo fanno mandare via, vai via tu», ha infatti detto Luigi Bisignani, l'uomo d'affari al centro dell'inchiesta P4, al gip Luigi Giordano nel corso dell'interrogatorio di garanzia di lunedì scorso. Sempre su Masi, Bisignani ha affermato di avergli sconsigliato a suo tempo, di assumere l'incarico di direttore generale della televisione pubblica. «Gli dissi: non andare in Rai, non è un posto per te, è un posto particolare». All'interrogatorio erano presenti anche i pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio e gli avvocati Giampiero Pirolo e Fabio Lattanzi. Luigi Bisignani ha anche parlato della candidatura nel Pdl di Alfonso Papa. Bisignani ha dichiarato come Papa fosse determinato a entrare in politica. «Che volesse fare il deputato - ha detto - lo sapevamo tutti. Era una questione di posizione in lista, lui non era soddisfatto della posizione in lista, ma su questo non feci nulla». Per la candidatura parlò invece con Letta («Lui lo conosceva, perché Papa era direttore generale del ministero della Giustizia») e con Verdini («Mi rispose: magistrati e avvocati sono ben accetti»). Sul fronte dell'inchiesta, intanto, domani i pm presenteranno appello al Riesame contro la decisione del gip che non aveva accolto le richieste di misure cautelari in relazione all'ipotesi di reato di associazione per delinquere. Mauro Masi il 23 febbraio scorso, ha dichiarato agli inquirenti: «Conosco Bisignani da anni, credo di aver conosciuto Bisignani quando io era portavoce di Dini nel 1995, successivamente ci siamo sempre frequentati, all'epoca lo conobbi come giornalista; Bisignani è una persona vicina alla mia famiglia a cui riconosco grandi capacità... Escludo, per quello che mi risulti, dell'esistenza di rapporti di collaborazione formale tra il Bisignani e l'Eni e di rapporti formali tra Bisignani e la Presidenza del Consiglio o con i servizi di sicurezza». Infine i pm napoletani sono a caccia di altre talpe che avrebbero girato informazioni segrete alla presunta organizzazione.