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La Giunta rinvia la richiesta d'arresto per Papa

Il parlamentare del Pdl Alfonso Papa

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La Giunta per le Autorizzazioni della Camera rinvia l'esame della richiesta di autorizzazione all'arresto trasmessa dal gip di Napoli nei confronti di Alfonso Papa: il deputato Pdl coinvolto nell'inchiesta sulla P4 insieme a Luigi Bisignani. La maggioranza approva la richiesta del relatore Francesco Paolo Sisto (Pdl) di avere più tempo a disposizione per poter acquisire anche la richiesta originaria formulata dai pm. «Non si può infatti valutare compiutamente una risposta, cioè quella del gip - dichiara in Giunta Sisto - se non si conosce il contenuto della domanda, cioè quella dei pm». Bisogna poi capire, afferma, come mai, se la richiesta dei pm è stata tanto "asciugata" dal gip («da 16.000 pagine a poco più di 200»), resti comunque la richiesta di arresto. Avendo poi la Giunta 30 giorni di tempo per pronunciarsi (si deve chiudere l'esame entro il 15 luglio ndr.), Sisto non vede perché non si possa rinviare di una settimana per avere «una più completa cognizione dell'indagine». In realtà, ribatte Donatella Ferranti (Pd), quella di Sisto è solo una richiesta per perdere tempo. Dagli atti del gip già emerge un quadro sin troppo chiaro. Concorda con la Ferranti, anche se per fini opposti, anche Maurizio Paniz (Pdl): «Gli atti pervenuti dimostrano già abbondantemente come ci sia del fumus persecutionis nei confronti del collega Papa». «È un intento dilatorio», taglia corto Federico Palomba (Idv). Spero solo, incalza, che almeno sul petto di Papa non si voglia mettere «la medaglia di perseguitato politico». Sisto, osserva il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, «ha fatto una richiesta non rituale». Ma la richiesta di rinvio passa con 10 «sì e 9 no». Determinante l'assenza di Giuseppe Consolo (Fli). Nella maggioranza, però, l'imbarazzo è palpabile. Sono molti, infatti, nel Pdl a dire che in caso di voto segreto in Aula, le cose per Papa potrebbero mettersi davvero male. «Ha pestato i piedi a troppa gente - spiegano nel centrodestra - e parecchi di noi potrebbero dire sì all'arresto». E sarebbe questo uno dei motivi per cui Niccolò Ghedini avrebbe consigliato a Papa di non andare a parlare in Giunta. Anche nella Lega, secondo quanto si apprende, non ci sarebbe gran voglia di salvarlo. Il Carroccio, secondo quanto si apprende, vorrebbe dimostrare che si batte per un Parlamento «pulito» e che non difende chi è coinvolto in vicende come la P4. Secondo alcuni ben informati, sarebbe stato il ministro dell'Interno Roberto Maroni a chiedere ai «suoi» in Giunta di puntare al voto segreto. In Giunta però non c'è il dispositivo elettronico per effettuarlo e si dovrebbe ricorrere alle schede cartacee. Così è molto probabile, si sostiene in ambienti della maggioranza, che «l'agguato» a Papa avvenga direttamente in Aula. Chi difende il deputato-ex pm spara a zero, invece, sull'inchiesta di Napoli dicendo che al massimo si «può arrivare a una condanna morale e non penale» anche perché i confini della concussione (uno dei reati imputati a Papa), «sono fumosi».

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