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Regge il patto Pdl-Lega I ministeri restano a Roma

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Ilgoverno dà il via libera all'ordine del giorno di Pdl e Lega, limato fino alle tre del mattino, che esclude il trasferimento dei ministeri al Nord ma consente l'apertura di uffici di rappresentanza. Un compromesso che va bene a tutti: al Carroccio, che aveva lanciato la «provocazione», e al «partito romano», cioè al sindaco di Roma Alemanno e alla governatrice del Lazio Polverini, che hanno fatto muro. Protesta il Pd (sul suo ordine del giorno anti-trasloco dei dicasteri il Pdl si è astenuto benché il governo avesse dato, come per gli altri, parere positivo). Ma nella confusione dell'Aula, dove non è mancato nemmeno un battibecco tra il presidente Fini e il capogruppo del Pdl Cicchitto, è successo anche che il Pdl abbia votato a favore dell'ordine del giorno di Fli che ha impegnato il governo «a rigettare la richiesta proveniente dalla Lega di spostamento dei ministeri al Nord». Poco male. La vicenda, almeno formalmente, è chiusa. Anche se tra la governatrice del Lazio e i leghisti la tensione resta alta. «Con l'approvazione di tutti gli ordini del giorno contrari allo spostamento dei ministeri dalla Capitale è arrivato un segnale inequivocabile: i ministeri devono restare a Roma» ha detto la Polverini, che ha aggiunto: «Sono convinta che la Lega rinuncerà alla sua battaglia solitaria e interromperà la raccolta di firme avviata a Pontida. Se così sarà, faremo altrettanto, altrimenti continueremo a tutelare il nostro territorio. Mi auguro che si voglia mettere la parola fine a questa vicenda, e, anche alla luce delle priorità indicate oggi dal presidente del Consiglio, riportare l'attenzione su questioni più serie su cui i cittadini si aspettano risposte importanti». Ma il Carroccio rimanda al mittente l'invito: «Interromperemo la raccolta delle firme quando raggiungeremo quota un milione» dice il senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni, che insiste: «Quello del milione è il limite minimo che ci siamo imposti per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare sui ministeri da Roma verso le capitali del Nord e del Sud». Netto anche il leghista Matteo Salvini: «Se devo contrattare un ministero in cambio della restituzione dei quattrini preferisco i quattrini. Se la Polverini e Alemanno vogliono tenere i ministeri a Roma se li tenessero». Il sindaco Alemanno è soddisfatto: «Questa è una grande giornata non solo per Roma ma per tutta l'Italia sia per quanto riguarda la questione ministeri che per quella sui pedaggi del Gra. Con questi ordini del giorno, accettati dal governo, si chiudono per tutta questa legislatura definitivamente queste due storie che sembravano un tormentone infinito». Interviene anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: «La sensazione è che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. Speriamo che l'incubo sia finito, cioè questo modo di procedere che ci distrae dai veri problemi italiani. Vigileremo perché ho i miei dubbi che lo sia».

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