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Bancarotta, in manette Lele Mora

Lele Mora al Teatro San Babila a Milano

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Il tramonto di un falso mito, cerchiato all'orizzonte da due manette griffate bancarotta fraudolenta. Un quadro crepuscolare per Lele Mora al quale il gip di Milano Fabio Antezza ha voluto piazzare colpi di pennello a tinte forti. Lo ha fatto parlando di «professionalità criminale» e capacità economica di origine illecita «doppiate» dall'attività di drenaggio di denaro anche successiva alla dichiarazione di fallimento della Lm Management. Inoltre, per il giudice le esigenze cautelari «possono essere adeguatamente soddisfatte» solo con il carcere. A suo avvisto Mora, «nonostante condannato con plurime sentenze oltre che in materia di sostanze stupefacenti, per i reati tributari, contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica, nonché gravato da carichi pendenti in materia tributaria, ricade nel reato tenendo le descritte molteplici e gravi condotte di bancarotta fraudolenta pre-fallimentare patrimoniale, per diversi milioni di euro, e documentale con le evidenziate modalità «professionali» e con «gestione imprenditoriale» caratterizzata da ben collaudate tecniche distruttive». Insomma, auguri. Una micidiale cartolina pervenuta negli uffici del talentscout, in viale Monza a Milano, dove si parla anche di un «pericolo probatorio di rilevante intensità». Tra i vari sospetti c'è anche quello relativo ai circa 3 milioni ricevuti da Silvio Berlusconi, come era emerso nell'inchiesta sul caso Ruby: invece di essere impiegati per salvare la Lm Management potrebbero essere stati depositati in qualche conto svizzero. Nel merito dell'arresto di ieri, secondo l'accusa, Mora avrebbe distratto 3 milioni e 381mila euro attraverso fatture per operazioni inesistenti, soldi che venivano poi retrocessi in contanti. Inoltre avrebbe distratto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, oltre 5 milioni che sono stati poi versati a Diana Immobiliare, altra società della holding del talentscout dichiarata fallita, e impiegati per acquistare case a Milano e nella Costa Smeralda intestate alla stessa Diana Immobiliare. Insomma, bancarotta fraudolenta pluriaggravata per aver arrecato ai creditori e al Fisco un «danno patrimoniale di rilevante gravità»: un danno che, nei confronti dell'erario, è stato quantificato in circa 16 milioni di euro. L'impresario dei vip è anche imputato per il caso Ruby con le ipotesi di reato di favoreggiamento e induzione alla prostituzione di ragazze maggiorenni ed anche della minore Karima El Marough. Infine Mora, secondo il capo di imputazione, «teneva la documentazione contabile della LM Management S.r.l in guisa da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari». «La disponibilità di capitali - scrive il gip - è elemento concretamente tale da attualizzare e rendere praticabile la fuga». Il giudice sottolinea come molte delle operazioni di Mora «siano state eseguite mediante negoziazioni all'estero e che allo stato delle indagini ancora in evoluzione l'autorità procedente ritiene trattasi di negoziazioni avvenute in Svizzera. Proprio in tale Stato Mora ha la propria residenza, ivi avendo anche disponibilità di conti e godendo di contatti in ambienti affini a quelli di provenienza, da lui stesso dichiarati, dei quali potrebbe plausibilmente godere». Tra le operazioni definite «anomale» dal gip eseguite da Lele Mora c'è anche l'acquisto di Villa Le Pleiadi a Porto Cervo. L'affare si inserisce, spiega il gip, nei numerosi acquisti fatti dall'agente dello spettacolo coi soldi della Lm Management a favore di un'altra società riconducibile a Mora, la immobiliare Diana. Quest'ultima viene definita la «cassaforte» di Mora e della sua famiglia. A spiegare la modalità di acquisto dell'immobile è lo stesso Lele Mora in un interrogatorio riportato nell'ordinanza: «Io avevo la necessità di ville lussuose perché servivano per la metodologia di lavoro. Un bel giorno ho detto a mia figlia Diana: "Spendo tanti soldi e a noi non resta nulla. Potremmo organizzarci diversamente". Così, ho acquistato una villa con la Diana Immobiliare dando 10mila euro al costruttore della villa. Questi 10mila euro erano stati pagati dalla Immobiliare Diana con fondi propri». Altra operazione anomala è quella relativa all'acquisto da parte dell'Immobiliare Diana di un immobile in Viale Monza «al quale - annota il gip - sono riconducibili pagamenti dalla Lm Management per canoni di locazioni pari a 12.395 euro mensili, quindi palesemente e macroscopicamente fuori mercato, come evidenziato anche dalla polizia giudiziaria e dal curatore». Secondo il gip, sono in particolare accertati allo stato delle indagini, comunque in attuale evoluzione, i capitali non più rinvenuti all'atto del fallimento, con riferimento a una parte di quali l'indagato non ha ancora compiutamente indicato le relative modalità «personali» di utilizzazione. «È altresì provata - prosegue il gip - la totale assenza di giustificazione di tale deficit fallimentare nei risultati conseguiti negli esercizi sociali». Detto Lele, Dario Mora ha alle spalle una carriera brillante, cominciata come parrucchiere e approdata ad agente dei vip ma anche di una pletora di «belli», vallette, tronisti e aspiranti veline. Nato a Bagnolo di Po, nel 1955, Mora comincia negli anni Settanta come parrucchiere dei vip. Ben presto però abbandona spazzola e forbici per seguire il suo istinto di talent scout, che lo farà diventare una sorta di manager santone, sempre vestito in total white, abbandonato su divani bianchi, circondato da aspiranti tutto fare da cui ama farsi lavare e massaggiare i piedi, come lui stesso ha rivelato in una intervista televisiva. Nella versione di manager la prima cliente di Mora è stata Loredana Bertè, nel 1978. Però, solo nel 2000 avviene il salto di qualità e la consacrazione ad agente con l'apertura a Milano della società LM Managements. L'iniziale attività di manager di Mora è nel settore dello sport, ma ben presto viene estesa al mondo dello spettacolo, a cui Mora unisce l'attività di agente con l'organizzazione di eventi, divenendo lui stesso showman e uomo immagine. Tra i personaggi che hanno fatto parte della sua scuderia, figurano Simona Ventura, Alberto Castagna, Alda D'Eusanio, Luisa Corna, Maria Teresa Ruta, Marco Balestri, Mirka Viola, Naike Rivelli, Andrea Savinelli, Christian De Sica, Aida Yespica, Remo Girone, Sabrina Ferilli, Valeria Marini, Walter Nudo, Costantino Vitagliano, Cecilia Capriotti, Rocco Casalino e l'ex-presidente della Camera Irene Pivetti. Tanti gli addii senza rancore però quando, negli ultimi anni, la sua fortuna ha iniziato a declinare ed è stato coinvolto in scandali ed inchieste che hanno riempito comunque le pagine dei giornali di gossip. Elenoire Casalegno lo ha lasciatogli preferendogli un altro grande della storia, l'agente Franchino. Anna Falchi l'ha liquidato con un fax di due righe da una beauty farm di Roma. Mora ha praticamente monopolizzato quasi tutti i partecipanti ai reality-show ma i fine settimana li ha trascorsi fotografato con Julia Roberts, Ridley Scott, i figli di Gheddafi, Bruce Willis e chiunque altro capiti a tiro dalle sue parti. La sua è una Bandana Republic dove il Richelieu dello spettacolo ha imposto il vento che cammina ai programmi d'intrattenimento, popolando la tv con personaggi del calibro di Rocco oppure Ana Laura Ribas, naufraga dell'Isola dei Famosi. Del programma nella prima edizione, per fare un esempio, 10 personaggi su 12 erano sotto le cure di Lele Mora. Nella seconda, invece, ne aveva solo 8 sempre su 12. Sul proprio conto, Lele Mora dice di essere una persona riservata e timida, ma non ha mai nascosto le sue forti simpatie fasciste. Sporadica e quasi casuale la sua apparizione nel cinema come attore: infatti, Mora ha partecipato nel 2006 al film, «Vita Smeralda», regia di Jerry Calà, nel ruolo di se stesso. Nel 2009 è apparso in Videocracy, regia di Erik Gandini, col medesimo ruolo.

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