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Via alla «Petizione Polverini» I dicasteri restano a Roma

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Loslogan sul gazebo di piazza della Rotonda a Roma dice tutto. L'idea è stata della governatrice del Lazio, Renata Polverini. Mentre il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha promosso un ordine del giorno che sarà votato oggi in Parlamento e su cui le diplomazie hanno lavorato parecchio. Entrambi sono determinati a contrastare la proposta della Lega di trasferire alcuni dicasteri al Nord. «La proposta di spostamento di un numero indefinito di ministeri da Roma Capitale, loro sede naturale prevista dalla Costituzione e da apposite norme di legge, verso imprecisate località di altre regioni, risulta avere motivazioni e finalità esclusivamente partitiche». Comincia così la petizione popolare firmata, oltre che dalla Polverini, Alemanno, Zingaretti e tanti assessori, anche dal ministro Meloni, dal leader dell'Udc Pierferdinando Casini e da molti cittadini. Il documento chiede al Parlamento «di adottare ogni iniziativa anche di carattere legislativo, affinché vengano confermate le funzioni di Roma Capitale quale centro dell'azione di governo e sede delle istituzioni ad esso correlate anche quale segno tangibile dell'unità nazionale». Un'intesa col Carroccio si potrebbe pure raggiungere aprendo uffici di rappresentanza dei ministeri al Nord (molti peraltro già ci sono). Una sorta di compromesso tra Alemanno, la Polverini e la Lega. Ci stanno lavorando i vertici del Pdl, Cicchitto in prima fila. «Lo ha detto il presidente Berlusconi, lo hanno ribadito Alfano e Cicchitto, che c'era un accordo con la Lega per confermare le sedi di rappresentanza che sono già presenti nel Nord - ha specificato la Polverini - Questo è ciò che il Pdl può offrire alla Lega ed è ciò che offrirà» ha detto la Polverini. Ma nessuno parli di trasloco: «La Lega raccoglie firme per ministeri al Nord e noi rispondiamo con una raccolta di firme per mantenerli qui. Dobbiamo dare risposte ai territori con strumenti democratici come una petizione». E se due giorni fa a Pontida, come riporta La Padania, i leghisti si sono imposti di ottenere «più firme della Polverini», la sfida è partita. E la tensione sale. «La questione dello spostamento dei ministeri non fa parte del patto elettorale alla base del governo di centrodestra che richiamiamo al suo fondamento programmatico» ha spiegato il sindaco Alemanno. Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti parla di «una barzelletta che non fa ridere». C'è anche chi si spinge oltre. È il caso del capogruppo di Fli alla Regione Lazio, Francesco Pasquali: «Se dall'amministrazione capitolina non arrivasse soltanto un'operazione di facciata, il sindaco avrebbe già messo sul tavolo le dimissioni». Mentre il leader de La Destra, Francesco Storace, se la prende con il ministro La Russa, che ha consigliato di abbassare i toni: «È La Russa che sta esagerando - spiega Storace - Dovrebbe capire che i ministeri sono a Roma non per fare un favore a chi ci abita, ma perché Roma è la Capitale d'Italia. Se pensa che questo sia sbagliato, allora cambi l'articolo della Costituzione e dica che la Capitale è a Milano, Torino, o dove gli pare». Tuona il consigliere Pdl alla Pisana Carlo De Romanis: «Non ho firmato la petizione di Alemanno e della Polverini perché la trovo un'iniziativa semplicemente propagandistica, tanto quanto quella del ministro Calderoli ma domani presenterò una mozione in Consiglio regionale». Tenta di placare gli animi il collega Andrea Bernaudo (Pdl): «È giusto difendere il ruolo di Roma Capitale ma, soprattutto in questa situazione economica, bisogna difendere la stabilità del governo, evitando di estremizzare lo scontro con la Lega». A. D. M.

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