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Troppe fibrillazioni nella coalizione Berlusconi tenta la mediazione

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Almomento un accordo sulla «querelle» dei ministeri al Nord non c'é: il premier vorrebbe che non venisse presentato alcun ordine del giorno anche se Cicchitto sta lavorando ad un compromesso. Invece c'è chi fa osservare come la «guerra» scatenata dal Carroccio in ogni caso non produrrebbe al momento effetti defraganti. Certo, Bossi e Calderoli insistono, ma parte della Lega e soprattutto i deputati vicini a Maroni non ne fanno una priorità. Ciò che veramente preoccupa il presidente del Consiglio è l'atteggiamento del partito di via Bellerio sulla Libia. Giorgio Napolitano ha imposto l'alt, ma in questo caso i «lumbard» andranno fino in fondo, il pericolo di una spaccatura sul rifinanziamento delle missioni all'estero è reale e in quel caso non si tratterebbe certamente di un «incidente» di secondo piano. Maroni è stato chiaro: nessun dietrofront. Sulla politica internazionale, insiste però il Cavaliere, non possiamo dividerci, al momento siamo costretti a rispettare gli impegni. Il presidente del Consiglio tuttavia potrebbe, a margine del Consiglio Ue a Bruxelles in programma venerdì, chiedere agli Alleati di verificare la possibilità di metter fine al conflitto contro Tripoli. Berlusconi sta preparando un discorso di «mediazione» in vista della verifica di domani, sarà un discorso «alto e nobile», dicono i suoi, nel quale si cercherà di evitare riferimenti sull'argomento Gheddafi. Nessun problema sui numeri, nonostante le fibrillazioni interne e il malessere anche dei Responsabili la maggioranza dovrebbe tenere. Il Cavaliere insisterà sulle riforme costituzionali, sul taglio del numero dei parlamentari e dei costi della politica; spiegherà che occorre coniugare rigore e sviluppo, che non ci sarà una manovra lacrime e sangue e che al Paese serve una riforma fiscale in tempi certi. Intanto ieri sera il Cav ha riunito a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del Pdl per le ultime limature al discorso che pronuncerà oggi pomeriggio al Senato per la verifica parlamentare chiesta dal Capo dello Stato. Una riunione durante la quale si è parlato anche di ministeri al Nord (a sorpresa è arrivato anche il ministro Calderoli) e dove Berlusconi ha rivelato di aver avuto più di un contatto telefonico con il sindaco di Roma e di averlo invitato a tornare sui suoi passi. Ma in ballo non c'è solo la partita del trasferimento degli uffici di rappresentanza dei ministeri al Settentrione: il primo cittadino della Capitale da tempo minaccia la costituzione di un gruppo autonomo e ha stretto un'intesa con altri «big» del Pdl come Scajola e Formigoni.

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