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Il conflitto contro Gheddafi costa troppo alla Nato

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Lapolemica sui costi della missione non sono una prerogativa italiana. Negli Stati Uniti le critiche alle spese militari per bombardare il raìs si rincorrono da due mesi. Il Congresso, a maggioranza democratica, è arrivato persino ad accusare Obama di non averlo informato sull'entrata in guerra e soprattutto sul costo per i contribuenti americani di questa nuova avventura militare. I costi delle operazioni militari americane in Libia potrebbero, infatti, oltrepassare i 2 milioni di dollari al giorno. Stando ai dati ottenuti dal Financial Times, la spesa complessiva per il conflitto libico potrebbe superare le prime stime del Pentagono di diverse centinaia di milioni di dollari. Lo scorso mese, il segretario della Difesa uscente, Robert Gates, aveva detto che il dipartimento della Difesa si aspettava di spendere «circa 750 milioni di dollari nell'anno fiscale 2011 per proteggere il popolo libico». Ma, stando a un documento del Pentagono, a metà maggio, i costi avevano già superato i 664 milioni di dollari. Se i costi dovessero rimanere a questi livelli, la spesa totale delle operazioni militari americane in Libia supererebbe le previsioni di 274 milioni di dollari. Proprio mentre il dibattito politico in America è focalizzato sulla necessità di ridurre la spesa pubblica. Anche se operano in Libia sotto l'egida della Nato, gli Stati Uniti sono il maggiore contribuente all'operazione. A metà maggio avevano condotto il 70 per cento delle missioni di ricognizione, il 75 per cento di quelle di rifornimento carburante e il 27 di tutti i blitz aerei. In Libia, gli americani hanno utilizzato già 228 missili. Per fare un paragone, la Marina militare Usa ha in programma di acquistare 196 missili nel 2011. I conti in tasca a Sarkozy per la missione contro Gheddafi li ha fatti ieri Le Parisien. Durante i primi 80 giorni di missione in Libia, la Francia ha speso 87 milioni di Euro. A spiegarlo è stato il portavoce della Difesa di Parigi, generale Pontiès citato dal quotidiano parigino. Ad incidere, tra l'altro, il costo delle munizioni, quali il missile aria-terra di ultima generazione «Scalp» il cui costo per unità è stimato intorno ai 500-800mila euro e di cui sono stati sparati già undici esemplari. Altro prezzo indicativo, quello di un'ora di volo di un aereo Rafale, stimato intorno ai 13mila euro. «Le Parisien» si chiede se il Paese può permettersi di essere presente su più fronti allo stesso tempo. Il giornale ricorda infatti che 4.000 soldati sono già impegnati in Afghanistan, dove il numero delle vittime tra i militari francesi è salito a 62 sabato scorso e dove le operazioni costano un milione di euro al giorno ai francesi. Situazione complessa anche al di là della Manica dove l'allarme è stato lanciato dai militari preoccupati per i tagli di spesa. Le operazioni in Libia sono costate già 300 milioni di sterline e il governo non ha ancora emanato il decreto per finanziare la missione. Anche a Londra, come nelle altre capitali dei Paesi Nato, il problema è lo stesso: troppi fronti aperti e costi, in periodo di crisi, elevati. Le forze armate di Sua Maestà hanno bisogno di un miliardo e mezzo di euro ogni sei mesi per finanziare le missioni in Afghanistan, Libano, Balcani e Libia. E la Nato ammette: «Se il conflitto dovesse prolungarsi la questione risorse diverrebbe critica». Mau.Pic.

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