Bersani a Vendola: "Il Carroccio? Noi lo sfidiamo"
Il "Pd protagonista" e "unico partito nazionale". Pier Luigi Bersani lo ha polemicamente ricordato, dal palco della Conferenza nazionale sul lavoro a Genova, ai commentatori che "guardano dal buco della serratura" al Pd. Il risultato delle amministrative e dei referendum "per noi non era inaspettato, ci abbiamo lavorato e lo dico perché chi guarda le cose politiche abbia più considerazione, rispetto e attenzione per il solo partito nazionale di questo Paese", ha detto. "Il Pd è radicato in ogni luogo, è presente in ogni generazione, ed è nelle piazze, nelle feste e nella Rete", ha aggiunto: "Ci fanno un baffo gli altri, queste mitologie della Lega radicata, dell'altro che è sulla Rete più di noi. Nessuno sta sulle piazze e nella Rete più di noi". Dunque, "chi osserva le cose politiche la smetta di guardare il Pd dal buco della serratura e cominci a vederlo per quello che è che conta nel paese", ha ammonito, "non siamo il partito del retroscena, siamo il partito della prima fila della scena". Allo stesso modo Bersani respinge al mittente, ovvero Nichi Vendola, l'accusa di avere aperto alla Lega. "C'è chi dice dialogo, apertura, alla Lega? Veramente non capisce", ha detto il segretario del Pd alla Conferenza nazionale sul lavoro a Genova. "Questa è la sfida alla Lega, noi siamo alternativi alla Lega", ha incalzato Bersani. "E' la nostra sfida - ha insistito - li abbiamo fatti noi i manifesti con la spada di Alberto da Giussano giù o glieli ha fatti Sel?" PAESE COL CAPPIO AL COLLO "Quello che abbiamo di fronte non sarà solo oltrepassare un governo: dobbiamo uscire dal berlusconismo e uscire da una malattia che è entrata nelle vene in questi anni - ha commentato Bersani - È un'operazione profonda che scaturisce da una diffusa consapevolezza che la deformazione volgarmente personalistica ed esclusivamente comunicativa del nostro sistema democratica si è dimostra impotente davanti al nostro Paese". "Lasceranno l'Italia con il cappio al colo", ha attaccato Bersani. "Ma quali conti a posto", ha incalzato il segretario del Pd, "vengano in parlamento e parlino. Il gioco delle tre carte non si può più fare. Di balle non si possono raccontarne". LAVORO AL PRIMO POSTO Alla Conferenza del lavoro del Pd a Genova Bersani ha ribadito che proprio il lavoro è per il Pd la questione centrale da affrontare. "Quando abbiamo deciso questo percorso sapevamo che si sarebbe collocato in una fase convulsa della nostra vita politica", ha detto il segretario del Pd. "E sapevamo, anche se le cose cambiano, che potevamo persino venir fuori da tutti i riflettori nazionali perché ci si occupa d'altro", ha ammesso. "Abbiamo inteso ribadire controcorrente che per noi il lavoro è la questione numero uno e in questa nostra iniziativa c'è anche un sapore polemico, polemico verso chi parla d'altro e non parla di questo", ha detto. Dunque, ha esortato, "misurate la distanza stellare in queste ore tra quello di cui discutiamo qui noi e quello di cui si discute nell'ambito del governo e della maggioranza".