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«Il centrodestra non abbia paura di internet»

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Echi pensa di prescinderne lavora molto semplicemente al proprio suicidio. Un centrodestra aperto, liberale, riformatore non può avere paura di questa nuova dimensione della "società aperta"», parola di Daniele Capezzone, portavoce Pdl. «So bene che esistono dei rischi, e so bene che esiste una sorta di teppismo telematico che vede piccoli gruppi animare pericolose correnti di odio, ma tutti questi rischi non possono oscurare le enormi opportunità della rete. Il Pdl, in particolare, deve saper ascoltare, deve far tesoro dell'attività e della generosità di tanti, giovani e meno giovani, che ogni giorno in rete si sforzano di far circolare idee liberali, non conformiste, non omologate», spiega. «Mi limito, facendo torto a tanti, a troppi (e me ne scuso), a due esempi sui quali dovremmo riflettere in positivo: da settimane, il sito Rightnation.it di Simone Bressan e Andrea Mancia, e il sito Daw-blog di Diego Destro, formulano precise proposte sulle primarie. Io stesso, a titolo personale, ho evocato la possibilità di primarie di programma, per valorizzare il dibattito sui contenuti. Osservatori attenti come il direttore de Il Tempo Mario Sechi insistono a loro volta, e giustamente, su questi aspetti. Nello stesso statuto del Pdl, peraltro, già esistono opportunità che possono e devono essere valorizzate, e - auspicabilmente - estese e potenziate. Su un altro piano, è naturale e inevitabile che in rete, tra i nostri stessi sostenitori (e i due siti citati sono anche esempio di questo), vi siano pure momenti di contestazione dell'attuale classe dirigente del Pdl. Ma queste »sberle« dobbiamo prendercele senza offenderci e senza sindromi da lesa maestà. È la rete, è la democrazia. Sta a noi lavorare - conclude - perchè gli applausi (e le idee, possibilmente liberali) prevalgano sui fischi».

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