Il Cav smonta la P4: "Inchiesta sul nulla"
Fumo sull'indagine P4. Il primo a dirlo è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che è convinto: «È un'inchiesta sul nulla». La Procura di Napoli ha messo ai domiciliari Luigi Bisignani e aspetta il via libera del Parlamento (mercoledì la Camera esaminerà la richiesta dei pm) per arrestare il deputato Pdl Alfonso Papa. Ma, per ora, piovono solo smentite contro le accuse. L'ex magistrato avrebbe lavorato per ottenere, attraverso canali privilegiati, informazioni utili a personaggi noti, dal mondo dell'imprenditoria e quello della politica, su indagini giudiziarie. Nelle carte della procura si parla anche di rapporti con i servizi segreti e raccomandazioni per entrare in Parlamento. Ma i riscontri, ancora, sono pochi. L'ultimo ad aver smentito legami con Bisignani e favoritismi ad Alfonso Papa è Roberto Castelli. Il viceministro alle Infrastrutture, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe sponsorizzato la candidatura di Papa nelle liste del Pdl. «Leggo sui giornali - dice Castelli - che tale Bisignani, da me mai conosciuto, avrebbe dichiarato che io avrei sponsorizzato il dottor Alfonso Papa, affinché venisse inserito nelle liste del Pdl. Per quanto mi riguarda, devo dire che il dottor Papa nei cinque anni che io ho trascorso al Ministero della Giustizia, si è sempre dimostrato dirigente serio e competente. Aggiungo inoltre che, in un mondo in cui i membri del governo sono quotidianamente assediati da richieste di raccomandazioni, favori e sollecitazioni di ogni tipo, il dottor Papa non mi ha mai chiesto nulla. Questo per la verità dei fatti», dice ancora il viceministro. Nell'inchiesta P4 un'altra smentita arriva da parte del direttore dell'Avanti, Valter Lavitola. Il nome del giornalista è nel fascicolo quando si parla del terzo imputato Enrico La Monica, ora latitante in Senegal. Lavitola si sarebbe adoperato per aiutare La Monica, un maresciallo braccio destro di Papa, a entrare nei servizi segreti. Circostanza che secondo il giornalista non si è mai verificata. Nei giorni passati era il sottosegratario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a essere stato chiamato in causa. In uno dei capi di imputazione nei confronti di Papa e Bisignani si legge: «Dopo aver appreso notizie ed informazioni ancora segrete inerenti ad un procedimento penale pendente nei confronti di Letta Gianni e di Chiorazzo Angelo, le comunicavano al predetto Letta, aiutandolo, in tal modo, lo stesso Letta G., ad eludere le indagini in corso». Prontamente Letta ha smentito. Come risultano smentite le possibili richieste di Letta di inserire Papa nelle liste elettorali del partito di Silvio Berlusconi, che ieri interviene interviene a difesa del suo sottosegretario: «Sull'inchiesta della P4 e sull'ipotesi che sia coinvolto anche Gianni Letta, sono serenissimo poiché sono convinto che si tratti di un'inchiesta basata sul nulla come dimostra il fatto che tutti, anche nell'opposizione, mettono la mano sul fuoco sul fatto che Letta non solo è un galantuomo ma è anche un gran servitore delle istituzioni». Berlusconi, che oggi e lunedì sarà in aula per il processo Mills, confida anche «quanto sia umiliante e triste andare in aula da imputato». Altre smentite sull'inchiesta P4, invece, sono arrivate anche da parte di Italo Bocchino. Luigi Bisignani ha raccontato ai pm di aver ricevuto informazioni sull'indagine P4, a carico di Alfonso Papa, dal parlamentare Fli durante un colloquio a Roma, nella Galleria Alberto Sordi. Bocchino, anche lui sentito dai magistrati, ha risposto: «Bisignani ha riassunto più colloqui: ricordo che in un primo tempo io mi limitai a dire al Bisignani che vi erano semplicemente delle voci generiche e vaghe su talune attenzioni giudiziarie sull'onorevole Papa da parte della procura di Napoli; ricordo, invece, che della vicenda delle schede intercettate io parlai con il Bisignani successivamente dopo che tale notizia era uscita dai giornali».