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Pdl schierato con Letta Silvio: non temo nulla

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta

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Preoccupazione, è la prova che dopo il referendum che ha abrogato definitivamente il legittimo impedimento le procure sono tornate all'assalto: Silvio Berlusconi in Consiglio dei ministri ribadisce a Gianni Letta la sua stima e fiducia, ma non nasconde con i suoi interlocutori i timori per l'inchiesta sulla P4. Tutto il Pdl è schierato al fianco del braccio destro del premier, tirato in ballo nell'indagine che ha portato Luigi Bisignani agli arresti domiciliari. Naturalmente da parte del partito di via dell'Umiltà c'è la volontà nel testimoniare il valore della figura del servitore dello Stato, ma anche il sospetto che siano in arrivo provvedimenti giudiziari che possano provocare un altro scossone all'esecutivo. Nella maggioranza è scattato l'allarme: se puntano al bersaglio grosso, allora vuol dire che ci sarà un colpo di Stato, si spinge a dire un ministro. Di buon mattino Silvio Berlusconi, insieme ad Angelino Alfano e Niccolò Ghedini, si confronta con Letta. La linea è quella di respingere ogni attacco, ma la preoccupazione resta, anche perché non si conosce ancora la reale portata dell'inchiesta. Il timore è che ci possano essere sviluppi e che le indagini napoletane possano sfociare anche in un filone romano dell'inchiesta. Molti parlamentari del Pdl fanno notare come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio non goda dell'immunità parlamentare, «in quanto - sottolinea anche Pier Ferdinando Casini - ha sempre rifiutato di stare in Parlamento per mettersi al servizio gratuito della politica». Letta, nel corso della giornata, ha avuto colloqui con Napolitano e il presidente della Camera, Gianfranco Fini. A chi lo ha incontrato ha ribadito di essere completamente estraneo alla vicenda, ritenuta un teorema giudiziario basato sul nulla. Sono cose che non esistono, è stata la risposta dell'interessato ad un esponente dell'esecutivo preoccupato per la situazione. Da tempo il presidente del Consiglio ritiene che ci sia un attacco giudiziario in corso e ha ribadito ai suoi la volontà di opporsi con tutte le forze ad ogni offensiva dei magistrati: «Io non ho paura di nessuno, la maggioranza tiene assolutamente», ha spiegato. Intanto la prossima settimana inizieranno gli interrogatori di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P4. Per la precisione dovrebbe trattarsi di un solo interrogatorio, perché dei tre destinatari delle misure cautelari emesse ieri, il solo Luigi Bisignani deciderà di presentarsi davanti al giudice, in quanto il sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica è di fatto irreperibile, essendosi trasferito da alcuni mesi in Senegal, e il deputato del Pdl Alfonso Papa probabilmente, attenderà che sulla richiesta di arresto si pronunci prima la Giunta per le autorizzazioni e in seguito la Camera. Il procuratore generale della Cassazione ha intanto avviato un'indagine disciplinare su Papa, ex magistrato proprio a Napoli. E la gravità degli episodi contestati al parlamentare ha determinato l'intervento dell'Anm che parla di «fatti gravi e inquietanti». Il gip Luigi Giordano è rimasto fino al pomeriggio nel suo ufficio al dodicesimo piano del Centro Direzionale: ad oggi, né i legali di Bisignani né quelli di Papa hanno depositato richieste di copie degli atti riguardanti il procedimento. Nelle carte non ci saranno numerose intercettazioni, dichiarate inutilizzabili dal giudice, e il capo d'accusa più grave, quello di associazione a delinquere, caduto per mancanza di indizi sufficientemente gravi. Non tutte le richieste presentate dai magistrati, dunque, sono state accolte. La procura sta invece valutando la possibilità di riuscire a estradare in Italia La Monica. Il carabiniere è scappato in Senegal, paese di origine della sua convivente. In una telefonata con la sorella Antonella, intercettata dagli inquirenti, avrebbe detto: «Potete depositare la nomina... chiedere se... sono pronti ad ascoltarmi perché io voglio raccontare tutto quello che sa dieci anni a questa parte è la mia vita a Napoli». Ma l'ex carabiniere resta latitante. Fab. Per.

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