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Il fisco secondo Luca: "Riduciamo le aliquote No all'aumento dell'Iva"

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Il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo

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Pubblichiamo alcuni stralci dell'intervento all'Assemblea annuale dell'Unione Industriale di Parma del presidente della Ferrari ed ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Stiamo vivendo la fase traumatica della fine della seconda Repubblica. Un lungo periodo infelice per il Paese che ci ha visto retrocedere in tutti gli indicatori fondamentali, non solo quelli economici, ma anche quelli sociali, culturali e civili. Abbiamo detto, tante e tante volte, che il Paese si è fermato e che i tantissimi italiani ignoti che ogni giorno, a dispetto di tutto e di tutti, continuano a fare il proprio lavoro non riescono più a sopperire alle tantissime anomalie del sistema. Lo abbiamo detto e siamo stati puntualmente ignorati da una politica sempre più arroccata e autoreferenziale. *** A proposito di riforme in questo panorama, non certo incoraggiante, si è tornato a parlare di riforma fiscale. Un tema su cui abbiamo particolarmente sperimentato abbondanza di promesse e scarsità di risultati. E visto che pare che siamo alla vigilia di una discussione sulla materia, alcuni «avvisi ai naviganti» sono forse più che mai necessari. Primo. Il fisco dovrebbe essere il regno della stabilità, della semplicità, della trasparenza. Sarebbe opportuno che la riforma fiscale che si sta disegnando sia pensata per durare (decenni e non anni) e sia costruita per essere compresa dai cittadini. Sotto questo profilo, lo sfoltimento delle centinaia di detrazioni e deduzioni e di regimi fiscali derogatori oggi presenti è opera meritoria. Sotto questo aspetto anche la riduzione del numero delle aliquote è un passo avanti a patto che non si trasformi in una penalizzazione dei redditi più bassi. Secondo. Una riforma fiscale in deficit semplicemente non è proponibile. Precipitare il Paese nell'instabilità finanziaria per rimediare, in termini di consenso, ai risultati deludenti di questa legislatura, sarebbe folle e non raggiungerebbe i risultati sperati. Gli elettori, quelli di centro destra in testa, hanno dimostrato di non avere l'anello al naso. Attenzione, la stabilità dei conti è il nostro vaso di pandora. L'unico argine che, grazie anche al vincolo esterno dell'Europa, ha tenuto in questi ultimi venti anni. Terzo. Una riforma fatta a parità di pressione fiscale che sposti il carico fiscale «dalle persone alle cose» e cioè dall'imposta personale all'Iva ha alcune significative controindicazioni. Il rischio è che il riflesso sull'inflazione che si determinerebbe potrebbe facilmente vanificare l'intera operazione. Del resto un punto di aliquota vale, per i contribuenti presenti nello scaglione iniziale, una decina di euro al mese. *** Dobbiamo vincolare alla riduzione delle aliquote le risorse provenienti dall'attività di contrasto all'evasione. L'abbiamo detto e lo ripetiamo: ogni euro di evasione recuperata deve andare obbligatoriamente a ridurre la pressione fiscale. Si chieda al Ragioniere generale dello Stato di certificare ex post il recupero da evasione e si stabilisca fin d'ora che lo stesso sarà dedicato anno dopo anno alla riduzione della pressione fiscale. Se per qualche anno si mantenesse il ritmo del 2010, circa 10 miliardi di euro evasi recuperati dall'Amministrazione, basterebbe una legislatura per ridurre significativamente e visibilmente la pressione fiscale sui contribuenti onesti. *** Nelle ultime settimane abbiamo assistito a forti segnali di reazione da parte dei cittadini. Un desiderio di riappropriarsi dello spazio che ci appartiene. Per anni infatti ci siamo sentiti dire che la politica è dominio esclusivo dei politici. Abbiamo persino subito, e ancora subiamo, una legge elettorale vergognosa che ha l'obiettivo di sottrarci qualunque possibilità di scelta. A tutto questo i cittadini hanno voluto dire, in maniera inequivocabile, basta!

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