Alemanno fa il gladiatore
segue dalla prima di ALBERTO DI MAJO Il sindaco assicura: se ce ne fosse bisogno «reagiremo con estrema durezza». Un tempo gli esponenti del Carroccio si accontentavano degli slogan modello «Roma ladrona», ora, dopo anni di potere, alzano il tiro. Ma sempre, e comunque, contro la città eterna. L'ultima è stata la proposta di legge presentata dal ministro Calderoli di trasferire i ministeri al Nord, che ha catalizzato le critiche di mezza Capitale. E se qualcuno, come il leader de La Destra Francesco Storace, ha criticato il sindaco accusandolo di avere una linea troppo morbida contro i leghisti, lui, Alemanno, è passato all'attacco: «Da Roma seguiamo con molta attenzione quello che uscirà fuori da Pontida - ha detto il primo cittadino - e non accetteremo alcuna forma di provocazione contro la Capitale». Insomma, ha continuato: «Non è solo la Lega che può porre condizioni, c'è anche un partito romano, una realtà laziale, che è altrettanto in grado di porre condizioni». La presa di posizione del primo cittadino ha aperto la strada. «Così si fa! Finalmente il sindaco Alemanno ha lanciato il grido d'attacco alle valli longobarde, ribellandosi alle rivolte dei territori occupati» dice la presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale del Lazio, Veronica Cappellaro (Pdl). «Credo che in questa battaglia tutti i cittadini romani saranno con lui - aggiunge - E siccome non è difficile immaginare cosa uscirà dalle barbare bocche degli alleati leghisti contro la Capitale il 19 giugno a Pontida, propongo una invasione preventiva del luogo sacro ai padani, con alla testa del corteo proprio Alemanno, novello Carlo Magno, a ricordare loro che la Padania è stata nella storia nulla più che una Provincia, tra l'altro indefinita, del Sacro Romano Impero». Il clima è incandescente. Tanto che i giovani del Pdl ieri hanno organizzato un sit in per protestare contro la Lega: «Ma quali ministeri al Nord? Calderoli da Roma vattene tu!» recitava lo striscione preparato dai ragazzi di centrodestra in largo Goldoni. Si fa sentire anche il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni: «Non abbiamo paura di niente. Non abbiamo assolutamente paura di Pontida. Certo - prosegue - è un momento importante. Vedremo quali saranno le elaborazioni e le definizioni, ma siamo assolutamente fiduciosi sulla tenuta della maggioranza». La Meloni spiega anche: «C'è la necessità che in questa fase si avvii una riflessione profonda e coraggiosa per rilanciare l'attività di governo. Dobbiamo tutti riflettere serenamente su cosa non ha funzionato e raddrizzare la barra, senza scaricare la responsabilità e le colpe su alcuni». Stessa linea del vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello: «Non temo Pontida, credo che a quell'appuntamento si arriverà con un confronto preventivo tra Lega e Pdl. Non c'è da temere qualcosa da chi è stato finora un alleato fedele». Tenta di placare gli animi il vicepresidente della Camera Antonio Leone: «C'è un'opposizione che vive sperando nelle disgrazie degli altri piuttosto che puntare sulle proprie proposte politiche, alternative a quelle della maggioranza. Ora tutti guardano a Pontida e al raduno della Lega, auspicando una sorpresa che non ci sarà, perché l'alleanza di governo è solida e se ne avrà conferma il prossimo 22 giugno». Ma si apre anche il caso Olimpiadi 2020. Ieri si è insediato il Comitato di compatibilità economica che preparerà una relazione sulla base della quale verrà presentata, tra settembre e ottobre, una mozione parlamentare per sostenere la candidatura di Roma. Ma la Lega sarà d'accordo?