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Luca corteggia Tremonti

Luca Cordero di Montezemolo e Giulio Tremonti

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Questione di «timing», ovvero di semplici appuntamenti in agenda, ma a volte gli incontri sebbene fissati per tempo, per le circostanze esterne assumono tutto un altro sapore. È quanto accaduto ieri a Milano quando, a urne del referendum chiuse, e con il quorum ormai raggiunto, l'incontro tra Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle con Giulio Tremonti ha preso un colore del tutto diverso da quello che ci si poteva aspettare. Cioè da un normale meeting tra due imprenditori che tentano di lanciare, tra ostacoli e burocrazie varie, un servizio ferrroviario alternativo a quello delle Ferrovie dello Stato, e il ministro dell'Economia. Le illazioni sono state quasi un obbligo. Logica la difesa di Montezemolo alla curiosità dei cronisti sul senso della visita. «È servito per fare il punto su Ntv» ha detto il presidente della società ferroviaria Montezemolo, avvicinato nella sede del fondo Charme. «Ci era stato chiesto da tutti gli azionisti di Ntv di vedere il ministro. Gli abbiamo illustrato il progetto e le prospettive della società e anche le difficoltà». Riguardo agli ostacoli al decollo finora incontrati dalla società guidata da Montezemolo, l'imprenditore ha voluto sottolineare che «a Tremonti non abbiamo chiesto niente ma abbiamo fatto il punto sulla situazione». Il presidente della Ferrari ha aggiunto di aver visto il ministro dell'Economia «così come l'altra settimana avevamo incontrato il ministro Matteoli». Insomma ufficialmente un incontro avvenuto casualmente a ridosso della chiusura delle urne. Ma è chiaro che una valutazione politica sugli scenari in evoluzione sia stata sicuramente affrontata. È apparso subito evidente, infatti, che per la seconda volta consecutiva il corpo elettorale abbia dato un segnale preciso al governo Berlusconi. Non c'è nessuna crisi all'orizzonte, l'esecutivo deve affrontare una verifica politica il 22 giugno, ma è altrettanto chiaro che il panorama politico sia ormai in forte evoluzione. Montezemolo formalmente nega la sua discesa in campo ma i suoi fedelissimi Andrea Romano e Carlo Calenda starebbero già selezionando i candidati di una possibile lista civica nazionale. Un progetto in parte già svelato dall'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, e che secondo i sondaggi interni potrebbe valere in una futura competizione elettorale tra il 9 e il 10%. Un peso politico non indifferente ma allo stesso tempo non abbastanza sufficiente per governare. Così nella ricerca di possibili alleati qualcuno ha visto in un editoriale di ItaliaFutura che invitava alla difesa dei conti pubblici italiani ed esaltava il rigore tremontiano, un asse, un avvicinamento, tra il presidente della Ferrari e il ministro dell'Economia. Il feeling tra Luca e Giulio insomma già sarebbe stato testato. Tremonti riempirebbe di contenuti economici il progetto politico di Montezemolo. Che aggiungerebbe al suo prestigio personale quello del ministro apprezzato in Europa e dalla finanza internazionale per il suo rigore nella tenuta del bilancio pubblico. Le prove di intesa si sono viste anche di recente nella platea dei giovani di Confindustria riuniti a Santa Margherita Ligure. Tra i pochi politici presenti Nicola Rossi, economista e senatore Pd passato al gruppo misto, che con Montezemolo e Pietro Ichino firmò un articolo sul Corriere della Sera che chiedeva di riscrivere «il diritto del lavoro in modo che tutti i nuovi rapporti da qui in avanti possano essere costituiti a tempo indeterminato». Guarda caso una richiesta che in qualche modo Tremonti ha girato alla platea dei confindustriali chiedendo di limitare gli abusi dei contratti a tempo determinato nelle aziende ormai diventati la regola soprattutto per i giovani. Una strana coincidenza. Forse solo tale. Ma che potrebbe essere comunque indicativa del fatto che le linee di pensiero dei due uomini si stanno avvicinando. La partita è aperta.

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