Il Partito romano sfida la Lega
Ministeri e pedaggi. Sono le due parole d'ordine che nelle prossime settimane diventeranno il cavallo di battaglia del Partito romano, cioè dell'asse Alemanno-Polverini, qualcosa di più di un semplice legame istituzionale. Mentre la Lega Nord tenta di reagire dopo la sberla dei referendum e Forza Sud di Miccichè scommette sulla formazione di un grande movimento del Mezzogiorno, il sindaco di Roma e la governatrice del Lazio non stanno a guardare. E se Renata ha rivitalizzato la sua fondazione, «Città Nuove», e l'ha schierata alle scorse elezioni amministrative ottenendo buoni risultati, Gianni, che conta su una ventina di parlamentari, potrebbe contribuire a dar vita a un vero movimento. Lui nega ma la tentazione di saldarsi alla governatrice del Lazio e lanciare un Partito romano cresce. Per adesso più che di teoria politica si discute di pratica. Di cose da fare. Tra pochi giorni il pezzo di Pdl vicino al sindaco di Roma presenterà in Parlamento un provvedimento per bocciare il trasferimento dei ministeri al Nord e l'introduzione dei pedaggi sul Grande raccordo anulare. Ieri Alemanno e la Polverini si sono confrontati più volte: «Insieme stiamo studiando una serie di misure e interventi che dovranno essere anzitutto di tipo politico - ha spiegato il primo cittadino della Capitale - Dobbiamo richiamare il Pdl a un impegno costante in Parlamento per non far passare queste proposte». Alemanno ha ricordato che «il Pdl si è impegnato, nei suoi massimi vertici, a respingere qualunque ipotesi di trasferimento dei ministeri. Dobbiamo fare in modo che questo impegno valga anche per i pedaggi dell'Anas di cui, in qualche modo, è prevista l'introduzione». L'idea, continua il sindaco, è quella di presentare «un progetto complessivo che garantisca i diritti della Capitale partendo dal centrodestra. Sarà aperto all'impegno trasversale ma anzitutto il Pdl deve garantire che questo governo continui a essere amico di Roma». Sulla stessa linea la presidente del Lazio, che ha precisato di stare lavorando con il sindaco di Roma «per capire con quali strumenti andremo avanti per evitare che ci sia il pedaggio sul Gra e sulla Roma-Fiumicino che riguarda tutti residenti del Lazio e non solo i romani e per evitare che ci sia ancora una fuga in avanti della Lega sui ministeri». Ma non sarà così semplice. Anzi il braccio di ferro è inevitabile perché la Lega ha già detto che non ha intenzione di indietreggiare un millimetro sul «trasloco» dei dicasteri. Alla fine saranno uffici di rappresentanza, come li ha definiti il premier Berlusconi tentando la quadratura del cerchio. Di sicuro le tensioni non mancheranno. Ma c'è anche un'altra ragione perché Alemanno e la Polverini puntano a dare vita a un partito romano. Entrambi sono vicini a Berlusconi. È stato il premier a fare il miracolo del «travaso» dei voti dal Pdl alla lista Polverini alle Regionali di un anno fa. È stato sempre lui a giocare un ruolo decisivo nella campagna elettorale che ha incoronato Alemanno sindaco di Roma. Non è un caso che, dopo il divorzio da Gianfranco Fini, il primo cittadino sia stato «disegnato» più volte come possibile vicepremier. Eppure Berlusconi non è più l'acchiapaconsensi del passato. Ora, nella continua resa dei conti del Pdl, guadagnare nuovi spazi, indipendenti dal premier, è diventata una priorità. Per avere una posizione migliore nel caso di riequilibrio delle componenti. Intanto però pedaggi e ministeri alzano la temperatura del confronto. Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti dà la sua piena disponibilità a iniziative condivise: «La collaborazione istituzionale è giusta e necessaria e può costituire un valore aggiunto». È il deputato del Pd Enrico Gasbarra a lanciare l'allarme sul balzello che, secondo i piani del governo, colpirà «1.200 chilometri di strade Anas in Italia e in particolare sulla Capitale, col Gra e la Roma-Fiumicino. Una nuova tassa - spiega Gasbarra - che ricadrà per l'85% su Roma e sulle province del Mezzogiorno, con gravi ricadute sulle economie locali». Il deputato del Pd attacca: «Dopo un anno il centrodestra si accorge che i pedaggi sono un balzello che peserà su milioni di italiani, sui romani in particolare, e dopo un anno si accorge che c'è una legge. Ora, dopo mesi di annunci, mi auguro che finalmente il sindaco Alemanno e la presidente Polverini vogliano dare seguito alle parole e, unendosi alla Provincia di Roma, fermare il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri». Mentre il capogruppo del Pd alla Regione Lazio Esterino Montino e il consigliere Enzo Foschi invitano la Polverini a firmare la loro mozione contro lo spostamento dei ministeri al Nord: «Ci piacerebbe che questa mozione avesse in calce le firme di tutti i 70 consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Sarebbe un bel segnale, un messaggio chiaro e forte agli uomini del Carroccio». Ma il primo cittadino prende una bacchettata anche dal presidente dei Cristiano Popolari nel Pdl, Mario Baccini: «Oggi il sindaco Alemanno chiede l'impegno dei parlamentari del Pdl, ma ci chiediamo perché il 30 settembre non ha sollecitato quegli stessi parlamentari che dicono essere vicini a lui a votare l'odg». Netto il capogruppo del Pd in Commissione Trasporti, Michele Meta: «Nei prossimi giorni presenteremo un ordine del giorno al dl Sviluppo in discussione a Montecitorio, che sarà blindato dall'ennesimo voto di fiducia, per chiedere al governo di rinunciare all'introduzione dei nuovi pedaggi. Verificheremo in Aula alla Camera la disponibilità del Pdl, annunciata dal sindaco Alemanno, a contrastare l'ennesimo accanimento verso i pendolari». Insomma, la battaglia con la Lega è cominciata. Il Partito romano tenterà di farsi largo ma anche il Pd giocherà la sua partita.