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Ddl anticorruzione: accordo governo-Pd-Idv

L'aula del Senato

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Sul ddl anticorruzione il governo trova l'accordo con Pd e Idv e presenta un nuovo emendamento sull'authority di controllo. Viene individuata l'autorità nazionale di vigilanza e controllo anticorruzione che coinciderà con la Civit, la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, costuita da cinque componenti - di elevata professionalità, anche estranei alla P.A. - nominati dal Capo dello Stato, su proposta del ministro per la Funzione Pubblica, previo parere delle commissioni competenti che decidono a maggioranza dei due terzi. All'emendamento presentato dall'esecutivo resta contrario il Terzo Polo. Per il Pd, invece, come spiega la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, "non siamo al socialismo ma si tratta di un passo in avanti rispetto alla situazione attuale in cui controllore e controllato coincidono nella stessa istituzione, il Dipartimento per la funzione pubblica presso la presidenza del Consiglio. Viene data attuazione alla convenzione Onu e a quella di Strasburgo, anche se questa non è stata ancora ratificata, perché vengono separate le funzioni di coordinamento della Pa e quelle di controllo". Il testo del governo che introduce nel ddl anticorruzione un nuovo articolo 2 bis prevede che la Civit collabori "con i paritetici organismi stranieri, con le organizzazioni regionali e internazionali competenti"; che approvi "il piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica"; che eserciti "la vigilanza ed il controllo sull'effettiva applicazione e sull'efficacia delle misure adottate dalle Pubbliche amministrazioni". Il Governo prevede che la Commissione debba riferire "al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull'attività di contratto al fenomeno corruttivo e dell'illegalità nella Pubblica amministrazione e sull'efficacia delle disposizioni vigenti" in materia. Alla Commissione la possibilità di esercitare anche "poteri ispettivi" chiedendo "notizie, informazioni, atti e documenti alle Pubbliche amministrazioni" e, si legge nel testo, "ordina la rimozione di comportamenti o atti contrastanti" con i piani anticorruzione. Al Dipartimento della funzione pubblica, anche secondo linee di indirizzo che vengono adottate da un "comitato interministeriale istituito e disciplinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri", il compito di coordinare "l'attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e dell'illegalita' nella Pa elaborate a livello nazionale e internazionale". Ma ha anche il compito di promuovere e definire "norme e metodologie comuni per la prevenzione della corruzione, coerente con gli indirizzi, i programmi e i progetti internazionali". Allo stesso Dipartimento la funzione di predisporre "sulla base dei piani delle Pubbliche amministrazioni centrali" il "Piano nazionale anticorruzione" anche con l'obiettivo di "assicurare l'attuazione coordinata delle misure". Infine alla Funzione pubblica il compito di definire "modelli standard delle informazioni e dei dati occorrenti per il conseguimento degli obiettivi" previsti dalla legge anticorruzione, secondo modalita' "che consentano la loro gestione ed analisi informatizzata". Nel testo del governo si prevede che le Pubbliche amministrazioni centrali "elaborano e trasmettono al Dipartimento della funzione pubblica i propri piani di azione che forniscono una valutazione del diverso livello di esposizione al rischio corruzione degli uffici"; che definiscono gli interventi organizzativi per presidiare il rischio corruzione; che specificano "procedure appropriate" per selezionare e formare i dipendenti chiamati ad operare "in settori particolarmente esposti alla corruzione". Quanto alla copertura, l'emendamento dell'esecutivo prevede che non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

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