Referendum, quorum e "sì" a valanga
Berlusconi: il risultato non va ignorato
Quorum raggiunto e superato e valanga di "sì" nei referendum su acqua, tariffe idriche, nucleare e legittimo impedimento. Alle 15 è partito lo spoglio nei 8.092 comuni: l'affluenza si attesta intorno al 57%. LE QUATTRO SCHEDE Rossa e gialla: acqua Il primo referendum sull'acqua vede un'affluenza del 57,02%. Sia il quesito dei servizi pubblici locali che quello sulla tariffa del servizio idrico supererano il quorum. Il secondo questito ha registrato un'affluenza del 57,02% di elettori alle urne. Scheda grigia: nucleare L'affluenza per il referendum sulla costruzione di impianti per l'energia nucleare si attesta al 57,11%. Scheda verde: legittimo impedimento È del 57,1% l'affluenza alle urne degli elettori per quanto riguarda il referendum sul legittimo impedimento. VALANGA DI SÌ Quando lo scrutinio ha oramai praticamente concluso i sì si attestano attorno al 95% per tutti e quattro i quesiti referendari. La percentuale più alta pari al 96,14% si registra sul secondo quesito relativo alla tariffa del servizio idrico mentre il primo quesito sull'acqua (privatizzazione dei servizi idrici) registra il 95,68 % di favorevoli alla abrogazione della legge. Percentuali non molto dissimili per gli altri due quesiti: il terzo sull'energia nucleare fa registrare il 94,53% di sì mentre il quarto quesito sul legittimo impedimento è a quota 94,98% di favorevoli alla sua abrogazione. PDL: NON È UN VOTO CONTRO IL GOVERNO L'affluenza per il referendum vola sostanzialmente al 57% per tutti e quattro i quesiti e il governo finisce sul banco degli imputati. L'opposizione chiede, compatta, dal Pd all'Udc, a Sel passando per l'Idv, le dimissioni del premier Silvio Berlusconi e il ritorno alle urne. Il presidente del Consiglio assicura che la volontà degli italiani sarà ascoltata ma tiene duro su un punto: perdere il referendum non significa perdere il governo. I più netti, nella maggioranza, sono, non a caso, i leghisti. Dal Carroccio, infatti, con le parole del ministro Roberto Calderoli arriva un avvertimento: siamo stufi di prendere sberle, prime le amministrative oggi il referendum, "non vorrei che quella di prendere sberle diventasse un'abitudine". Poi un monito: "Andremo a Pontida per dire quello che Berlusconi dovrà portare in Aula il 22 giugno...", giorno della verifica di governo alla Camera. Anche la Chiesa fa sentire la sua voce, con una presa di posizione del Sir, l'agenzia di stampa della conferenza episcopale italiana: l'esito del referendum "è un messaggio diretto al governo" che deve dimostrare "responsabilità". E l'Azione cattolica osserva: i cattolici sono stati "determinanti". Il segretario designato del Pdl Angelino Alfano ha voluto ribadire che non si possono trarre conseguenze politiche dal risultato del referendum e che quindi le dimissioni invocate dal Pd, ma anche dalle altre forze di opposizione, sono "improprie". Non si è trattato, secondo il Guardasigilli, di un voto contro il governo tanto che "la stessa percentuale è andata molto aldilà della forza elettorale della sinistra ed ha avuto il voto di milioni di elettori del centro-destra che hanno inteso esprimere la loro opinione sui temi referendari e di certo non danneggiare il governo". ALEMANNO: TRARRE CONSEGUENZE DAL RISULTATO Nella maggioranza, tuttavia, al di là delle riflessioni più ottimiste, come quella del ministro Ignazio La Russa ("ricordiamoci che la Dc perse il referendum sul divorzio ma dopo govenò altri 20 anni") non mancano le preoccupazioni. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno mette in guardia il governo "dal minimizzare questo risultato: deve trarne conseguenze dal punto di vista della propria rotta politica e da quello dei propri contenuti programmatici". Dopo le parole di Calderoli dalla Lega riunita a via Bellerio per un summit con Umberto Bossi non escono altri commenti, ma è al Carroccio che si indirizzano gli appelli dell'opposizione a 'staccare la spina'. Per il democratico Francesco Boccia "la Lega deve prendere atto che questo voto chiude una stagione politica durata 17 anni" ma è soprattutto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini ad annotare che se il Carroccio "vuole salvare il suo insediamento politico e sociale deve svincolarsi da questo patto politico, non ha strade alternative". Immancabile, ovviamente, l'invito alla riflessione rivolto da Bersani: "Si può anche stare con uno che perde, se tu vinci, si può stare con uno che vince e tu perdi, ma stare con uno quando si perde entrambi merita una riflessione, spero la Lega la faccia". Infine, non è mancato il commento, rigorosamente tramite blog, di Beppe Grillo. "Siamo ancora un popolo! E' stato raggiunto il quorum per tutti e 4 i referendum. Per il nucleare - ha chiosato - è il secondo referendum con cui i cittadini hanno mandato 'a fanculo' i partiti. Vedremo se avranno il coraggio di riproporlo". 16 ANNI FA L'ULTIMO REFERENDUM VALIDO I referendum abrogativi non raggiungevano il quorum dal giugno 1995. Allora votò il 58% degli italiani e non votarono gli italiani residenti all'estero. Gli appuntamenti successivi al 1995 non raggiunsero il quorum: nel 1997 l'affluenza fu del 30%; nel 1999 del 49,6%; nel 2000 del 32%. I referendum 2011 sono anche i primi a raggiungere il quorum, da quando hanno cominciato a votare gli italiani all'estero. Nel 2003 l'affluenza fra Italia ed estero fu del 25,7%; nel 2005 del 25,7%; nel 2009 del 24%. LA MAPPA DELL'AFFLUENZA È il Comune di Foppolo, in provincia di Bergamo, il Comune italiano dove si è registrato il numero più basso di votanti. Qui è andato a votare il 27,09 per cento dei cittadini. Ma la maglia nera va alla Calabria che si aggiudica il triste primato dell'astensionismo con il 50,37 per cento. Milano e Napoli non hanno seguito l'onda lunga delle scorse amministrative. Le città che hanno visto la vittoria del centrosinistra, si sono adoperate di meno alle urne. Il capoluogo lombardo ha registrato una percentuale del cinque per cento al di sotto della media nazionale. Qui si è recato alle urne il 52,05 degli aventi diritto al voto. Nel centro partenopeo, invece, si è registrato il 49,27 per cento. In Sardegna invece, che un mese fa si è espresso massicciamente contro il nucleare, è andato a votare per il terzo quesito il 58,64 per cento. La Provincia in testa è il Medio-Campidano. Qui il Comune più virtuoso è Pabillonis che ha registrato il 70,16 per cento di affluenza. TOP A BOLOGNA E FIRENZE, MALE IL SUD Guardando alle varie città, bene Roma oltre il risultato nazionale che supera il quorum assestandosi al 59,68%. Milano è invece allineata ai dati nazionali, qui sono però già oltre il quorum del 57,1% i 5 mini-referendum cittadini. Torino vola sopra il 62,45%, Bologna oltre il 66,5% e Firenze addirittura al 69,1%. Male come al solito l'affluenza al sud con picchi negativi in Puglia, Calabria e Campania.