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A Pontida i malumori del popolo leghista

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Maquesta volta il raduno di Pontida sarà diverso da quelli dei vent'anni precedenti. Il 19 giugno, giorno fissato per il ritrovo del popolo padano sul «sacro prato», potrà essere decisivo per le sorti dell'alleanza, a giudicare dagli scricchiolii dell'asse Berlusconi-Bossi-Tremonti che fino ad ora è riuscito a tenere in piedi la coalizione, anche dopo lo strappo di Fini. La base leghista è scontenta: i più radicali ormai da qualche tempo chiedono al leader di rompere con il Cavaliere. Ma è una mossa estrema e difficilmente Bossi sceglierà di giocare questa carta. Il 19 giugno, però, potrebbe essere il giorno dell'ultimatum a Berlusconi, in attesa che trascorra l'estate e che si affronti, alla ripresa autunnale, il delicato nodo della legge di bilancio. Del resto, ai mal di pancia di buona parte dell'elettorato leghista si è aggiunta la sconfitta alle ultime amministrative, quando l'alleanza ha dovuto cedere Milano e anche il Carroccio ha dovuto subire più di uno smacco proprio al Nord. Il segnale è chiaro, ha riconosciuto il ministro Calderoli. L'asse Pdl-Lega mostra la corda ma per ora il governo va avanti, anche se Bossi dovrà giocoforza aumentare la posta in vista della verifica di governo in programma subito dopo Pontida. Né è da sottovalutare il fatto che il raduno di Pontida arriverà, quorum permettendo, dopo il risultato referendario, quando gli elettori avranno emesso il proprio verdetto sul premier con il quesito sul legittimo impedimento. E questa potrebbe essere un'arma «contrattuale» in più nelle mani del leader del Carroccio. Anche le questioni legate al fisco si mettono di traverso nel rapporto tra il Cavaliere da una parte, e Tremonti e Bossi dall'altra. Ma il Carroccio deve portare a casa un risultato, per evitare altre delusioni al proprio elettorato. Per questo è spuntata l'ipotesi di una modulazione del patto di stabilità per gli enti locali che premi i più virtuosi e penalizzi chi invece spreca. Una soluzione che per molti comuni del Nord comporterebbe sicuri vantaggi. C'è anche chi sussurra, nell'attesa febbrile della riunione di Pontida, che dal palco del giuramento padano il leader indiscusso possa annunciare la fine dell'impegno diretto in politica, salvo poi essere riacclamato alla guida del partito a furor di popolo. Ma questa sembra essere un'ipotesi piuttosto remota. Al contrario, Bossi cercherà il colpo di teatro per infiammare nuovamente il popolo padano. Che il momento non sia dei più facili lo dimostra anche il fatto che proprio da Pontida partirà la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare voluta dal Carroccio per il trasferimento di alcuni ministeri al Nord.

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