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L'industria soffre, meglio l'agricoltura

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Si produce poca ricchezza in Italia. E in tempi di manovra e di reperimento di risorse per finanziare sgravi e investimenti questo proprio non è un buon segnale. Eppure i dati non lasciano speranza. Il Pil italiano resta sostanzialmente fermo nel primo trimestre del 2011. Il suo incremento, secondo l'Istat, è pari a un +0,1% rispetto al trimestre precedente. Se il confronto è fatto con lo scorso anno, poi, si arriva a un poco edificante +1%. Ultimo segnale confortante da un lato, ma indicativo del fatto già evidenziato nei giorni scorsi di una lentezza della ripresa nella macchina industriale italiana, il fatto che siano solo gli agricoltori a trainare il Pil italiano. Mentre l'industria e i servizi crescono di uno striminzito 0,1% nel primo trimestre del 2011 (rispetto alla fine del 2010) l'agricoltura registra infatti una crescita di oltre il 2%. Insomma l'Italia cresce poco, meno di molti partner europei (Grecia esclusa). Il tutto mentre la Germania continua a galoppare tanto che la Bundesbank ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2011 portandole al 3,1% dal 2,5% della stima precedente. Segnali migliori potrebbero arrivare presto. Per il presidente dell'Istat Enrico Giovannini, nel secondo trimestre il Pil italiano segnerà un «andamento positivo, ma non a ritmi di crescita molto alti». Un primo indicatore sarà comunque rappresentato dalla produzione industriale. Nel primo trimestre l'Istat segnala così che è l'agricoltura a trainare la crescita del Pil italiano. Il comparto agricolo segna un +2,3% del valore aggiunto rispetto al trimestre precedente. Quasi ferme industria e servizi che crescono entrambe dello 0,1%. E gli ultimi dati dell'industria non appaiono certo frizzanti: la produzione industriale italiana a marzo è aumentata dello 0,4% (dato destagionalizzato) rispetto a febbraio e del 3,1% (dato corretto per gli effetti di calendario) rispetto a marzo 2010. Anche se i dati sugli ordini alle industrie, cioè il fatturato futuro, lasciano ben sperare: a marzo hanno registrato un aumento dell'8,1% rispetto a febbraio. E si tratta del dato più alto dal gennaio del 2006.

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