La7 prepara la falange anti-Cav
Il terzo polo, in politica, è quello che è, ma sul fronte della televisione comincia a fare sul serio: parliamo di La7 che, dopo aver avviato trattative con il «blockbuster» dello share Michele Santoro, ora sembra stia facendo campagna acquisti per "mettere in squadra Fabio Fazio". In pratica, calcolando che la rete ha già una netta impostazione a sinistra, una vera falange anti-Cav. Il piano strategico di La7, ha spiegato il direttore del tg Enrico Mentana in un'intervista a L'Espresso che sarà in edicola domani, è «dare una forte connotazione alla rete con l'informazione, l'approfondimento e i talk show. Tutto ciò, ovvio, andrà incrementato con altri innesti in diversi settori». Secondo Mentana nel mirino c'è «Fabio Fazio, per esempio: qualcuno per rafforzare la comproprietà che abbiamo con Rai 3 di Maurizio Crozza e che, oggettivamente, è un po' poco». Enrico Mentana però, che è un comunicatore di razza, non sottovaluta il pericolo che a suonare sia una sola campana. «Io per primo non mi ci trovo, in una tv orientata a senso unico - spiega - Ma posso anticipare che non pescheremo solo nel mare rosso della sinistra. Per esempio, prenderemo Filippo Facci, che certamente di sinistra non è». Sull'addio di Santoro alla Rai, Mentana esclude che si tratti di una sconfitta per tutti l'uscita dalla tv pubblica. «Ma quale sconfitta, quale privazione - sostiene - Semplicemente assistiamo al passaggio di un giornalista da un gruppo all'altro. È normale, sono le regole del mercato». Il direttore precisa poi che «effettivamente è un suicidio, per la Rai: ma anche il termine di una situazione insostenibile. Nessuno, in teoria, potrebbe rinunciare a una fonte di ascolti e guadagni come Santoro. Anche se, pensandoci bene, la stessa cosa è successa a me». «Televisivamente - prosegue Mentana - la situazione è paragonabile a quello che in politica è successo nel 1992-93». Insomma la fine della Diccì, cioè, forse, la fine del duopolio Rai-Mediaset e la nascita di una forza nuova. E quale sarebbe questa forza nuova? La7, naturalmente. Ma le forze nuove hanno bisogno di finanziamenti nuovi e questo appare ben chiaro soprattutto all'ad di La7, Giovanni Stella. «Stella dice che serve un socio industriale - prosegue Enrico Mentana - Ecco, spero che non venga individuato nel settore dei mass media. Preferirei evitare commistioni che ci vincolino; non vorrei, in altre parole, che qualcuno arrivasse qui e mettesse il cappello su questa storia». E chi potrebbe essere? Forse Sky, forse il gruppo Rcs. Ma non nascondiamoci dietro a un dito: chi guarda a La7, almeno così dicono i bene informati, è l'Ingegnere, l'unico con la «I» maiuscola: Carlo De Benedetti, anche se lui scuote la testa e dice di no. Per Mentana la forza di La7 è quella di essere diversa rispetto ai prodotti giornalistici che si trovano in edicola e cambierebbe (evidentemente non in meglio) sia con Rcs sia con De Benedetti, soprattutto con De Benedetti. E questo lo ha sostenuto con Oscar Giannino su Radio 24, forse dirlo a L'Espresso gli pareva brutto, visto che l'editore è De Benedetti. Facciamo due conti: La7 nella squadra ha già Antonello Piroso (uno degli anchorman che al momento caratterizzano maggiormente la rete) e poi «l'infedele» Gad Lerner, Lilli Gruber, Ilaria D'Amico e Daria Bignardi. Ora (sembra) stanno arrivando Michele Santoro e Fabio Fazio. In più il direttore di rete di La7, Lillo Tombolini, è in uscita e c'è chi giura che a sostituirlo sarà Paolo Ruffini, attualmente direttore di Raitre. Alla faccia del pluralismo.