Corvia: «Non ho nemmeno il telefono di Francesco»
.Più, ma classe '83, Daniele De Rossi. Insomma, una generazione vincente, nella Primavera della Roma: molti di loro hanno fatto fortuna, dal Prenestino o da Ostia fino alla serie A. «Ma uno fa tanti sacrifici, e poi si ritrova così, sputtanato insieme con arrestati e indagati senza che c'entri nulla», urla Corvia (nella foto), ora al Lecce di professione attaccante. Che subito chiarisce di «non avere nemmeno il telefonino di Totti», figurarsi se poteva aver detto che il «Capitano» lo aveva informato di un «over» da giocare con tranquillità. Per ò, c'è da dire che una telefonata strana è emersa: Corvia la ricevette il 13 maggio alle nove di sera, da un tale Massimo di Pescara: «Paoloni mi ha detto che mi ridarai tu i soldi che mi deve». I legali del calciatore leccese assicurano che la telefonata lasciò il loro assistito di stucco.. Anche perché quando Corvia rispose di non saperne assolutamente nulla, Massimo replicò: come al solito Marco mi ha preso in giro, ora se la vede con me. Tre giorni dopo, Corvia presentò un dettagliato esposto alla Procura di Roma e alla Figc. Paoloni era uno di quei ragazzi dell'84, il meno fortunato calcisticamente. Le loro storie tornano a intrecciarsi, a distanza di anni. «Che rabbia essere accostato a persone indagate o arrestate, io che non sono niente di tutto questo. E che non conosco nessuna di quelle persone«, dice il calviatore di Largo Preneste che, secondo alcune intercettazioni e le dichiarazioni di Erodiani, era colui che informava Paoloni o il gruppo di scommettitori che tutto era aggiustato, dalle parti della sua vecchia squadra, la «Magica». Prima De Rossi, poi il «Capitano». «Ma io quelle persone non le ho mai conosciute», asserisce Daniele.