Germogli assolti ma resta la paura
Ormai è un «giallo» col cetriolo ancora tra i sospettati e alcuni suoi «parenti» stretti che stentano a uscire dall'inchiesta, una sorta di letale insalatona mista. Così nell'«orto botanico» al momento più famoso del mondo, quello tedesco, si agitano ombre e sospetti che vanno oltre le analisi di laboratorio. Infatti, le autorità germaniche mantengono l'allerta su germogli di soia, cetrioli, pomodori, lattuga nonostante l'esito negativo dei test preliminari sui campioni sequestrati nell'azienda del villaggio Bienenbuettel. Peraltro, c'è da dire che è salito a 24 il numero dei morti per il batterio killer di «E. Coli»: una donna di 90 anni deceduta nello Schleswig-Holstein è diventata la ventitreesima vittima in Germania mentre l'unico morto al di fuori del Paese era stato registrato in Svezia. Il Ministero della Difesa del consumatore della Bassa Sassonia, ha confermato che gli esami su 24 dei 40 campioni sequestrati «non hanno evidenziato la presenza del batterio E. Coli», ma ha aggiunto che «non si può ancora definitivamente escludere che l'infezione sia partita da Bienenbuttel». Dal canto suo, il ministro dell'Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, ha sottolineato come no sia facile risalire al focolaio, anche perché l'azienda in cui sono stati sequestrati i campioni «potrebbe non essere la sola ad aver diffuso il batterio». Ma anche perché, da quando è stata scoperta la malattia, sono trascorse diverse settimane. Tale aspetto ha suscitato le critiche dei Verdi, che hanno accusato il governo di non aver affrontato subito l'emergenza. E, come se non bastasse, sui tempi che ci vorranno per capire da dove è partito il contagio, le autorità non si sono espresse in modo positivo. Cifre alla mano, in Germania i casi di contagio sono 1.526, mentre i sintomi del batterio sono comparsi in 2.500 persone. Comunque, il Ministero ha disposto controlli a tappeto su tutti i produttori che forniscono il mercato al dettaglio di verdure. Oggi Aigner avrà una riunione con i responsabili dell'Agricoltura dell'Ue per cercare di convincerli della necessità di «un'azione a livello europeo, per un problema di livello europeo». Per domani, il ministro tedesco della Sanità, Daniel Bahr, ha convocato tutte le autorità competenti mentre la Commissione Europea ha annunciato che chiederà agli Stati membri di approvare indennizzi agli agricoltori che hanno subito perdite per il calo delle vendite di ortaggi dovuto all'emergenza del batterio-killer. La presidenza ungherese dell'Unione europea ha deciso di convocare nella giornata odierna a Lussemburgo un consiglio straordinario dei ministri Ue dell'Agricoltura, per affrontare l'emergenza che ha colpito il settore dopo lo scoppio dell'epidemia. Il batterio è arrivato anche in Polonia: prima contagiata, una donna residente nella regione di Amburgo e ricoverata il 23 maggio a Szczecin, nel nord-ovest del Paese. In Italia, il Codacons ha inviato un esposto a 104 Procure della Repubblica, mettendo nel mirino le misure a tutela dei cittadini adottate dal Ministero della Salute e dalle altre autorità sanitarie italiane, ritenute dal Codacons «assolutamente inadeguate e insufficienti». Nell'attesa di capire quale sia il veicolo dell'infezione da e.coli che sta colpendo la Germania, visto che sono stati esclusi i cetrioli e anche i germogli di soia, una cosa appare strana: ovvero che le analisi non siano state fatte nel laboratorio nazionale di riferimento di Berlino ma in altri «periferici», come quello di Amburgo.