Lo sport chiede aiuto alla politica: mancano le leggi
Ilterremoto dell'ennesima inchiesta partita dalla procura di Cremona trova tempestive reazioni da parte dei vertici del Comitato olimpico e della Federcalcio. «Lo scandalo che ci troviamo di fronte è legato alla malavita - sottolinea il presidente del Coni Giovanni Petrucci - il calcio non può uscire da questo tunnel. È un problema serio, che ci tocca da vicino, ma il mondo dello sport non può risolverlo da solo. Sull'argomento vanno informate le massime cariche. La Fifa si è rivolta all'Fbi, il Cio ha chiesto l'intervento dell'Interpol. Noi siamo deboli, il mondo del calcio è debole. Per questo bisogna porre rimedio con le leggi». Il calcio rischia di perdere di credibilità, è necessario un intervento rapido anche per consentire il regolare avvio della prossima stagione. «Da parte nostra cercheremo di incentivare il procedimento sportivo quando gli atti saranno in mano al procuratore Palazzi. Sono preoccupato, oggi è un tirare al bersaglio, ma bisogna credere anche a chi dice che in questa vicenda non c'entra nulla». Il presidente Petrucci al termine della Giunta ha inviato una lettera indirizzata a tutti i ministri coinvolti (Economia, Interno e Giustizia) per attivare quella task force a tutela del mondo del pallone. «È una nostra richiesta - ha spiegato Petrucci - il fenomeno calcio è troppo importante per il nostro Paese. Per questo il sistema calcio deve anche avviare un discorso di etica sportiva per porre rimedio a questa situazione. Finora non ho mai ascoltato parole in tal senso, i dirigenti parlano sempre e solo di valori economici». Dichiarazioni a prova di smentita, considerando le parole del presidente della Lega Maurizio Beretta pronunciate poche ore prima. «Il mondo del calcio è danneggiato da rischi reputazionali - ha dichiarato Beretta prima di entrare in Assemblea - si scommettono cifre molto importanti su di noi senza che a noi venga un centesimo da queste attività». Anche dalla Federcalcio arriva la richiesta di una task force per contrastare il fenomeno delle scommesse. Il presidente Giancarlo Abete ha ufficializzato davanti alla Giunta nazionale del Coni le richieste della Federazione per tentare di arginare i problemi legati al calcio scommesse. «Chiederemo aiuto agli organi dello Stato - ha dichiarato il numero uno di via Allegri - c'è la volontà di mettere in campo una task force. Cercheremo di abbreviare i tempi per riprendere i campionati regolarmente. Quanto al quadro sanzionatorio affideremo l'obbligo della denuncia relativo al divieto delle scommesse, con l'obiettivo di sanzionare chi commette atti che violano il codice sportivo. Siamo di fronte a un'attività criminosa che utilizza l'illecito sportivo per portare a casa altri risultati». Mentre i massimi dirigenti dello sport italiano cercano di tutelare il prodotto calcio, Rosella Sensi, presidente uscente della Roma, cerca di porre l'attenzione su un problema che andrebbe a danneggiare soprattutto i club calcistici. «Non è giusto penalizzare i club quando ci sono responsabilità personali - sottolinea - le società si sono interrogate e continueranno a farlo sulla responsabilità oggettiva: i club devono controllare il comportamento dei propri tesserati, ma c'è un limite oltre il quale non si può andare. Bisogna esaminare queste vicende con una certa cautela». Intanto oggi andrà in scena il Consiglio Nazionale del Coni: saranno presenti anche il ministro degli Esteri Frattini e il sottosegretario allo Sport Rocco Crimi: la politica si muove per salvare il salvabile.