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Appesi alla Corte Costituzionale

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Referendum

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C'è un fantasma che si aggira tra i promotori del referendum del 12 e 13 giugno: la possibilità che la Corte Costituzionale domani annulli il quesito sullo stop definitivo alla costruzione delle centrali nucleari, quello che la Cassazione ha ammesso cambiando però la formulazione della domanda. Il governo ha infatti presentato un ricorso perché convinto che la consultazione su quel tema sia superata perché c'è già, all'interno del decreto legge Omnibus approvato dal Parlamento, la sospensione sulla realizzazione delle centrali. E il deputato del Pdl Peppino Calderisi sgombra subito il campo da eventuali polemiche sul comportamento dell'esecutivo: «Dovendo la Consulta pronunciarsi sulla ammissibilità del nuovo quesito referendario sul nucleare come riformulato dalla Cassazione – spiega – il governo ha agito nel pieno rispetto della legge e della giurisprudenza costituzionale». «La decisione della Cassazione (una "forzatura" anche secondo Barbera, autorevole costituzionalista del Pd, peraltro contrario al nucleare) – spiega Calderisi – ha modificato profondamente l'oggetto del quesito referendario rispetto a quello originario e pertanto il giudizio della Corte costituzionale non può essere affatto considerato un passaggio meramente formale e burocratico. Le norme che consentivano la localizzazione e la realizzazione di centrali nucleari, e che erano l'oggetto del referendum, sono state tutte abrogate. Nel caso in cui, in futuro, si volesse riproporre l'opzione nucleare sarebbe comunque necessaria una nuova legge. Invece i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto Omnibus che costituiscono l'oggetto del nuovo quesito referendario, non riguardano più la possibilità di realizzare centrali nucleari, bensì, all'opposto, proprio il divieto di realizzarle, affidando all'Agenzia per la sicurezza nucleare il compito di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sulla sicurezza (comma 1) e la predisposizione da parte del governo di una nuova "Strategia energetica nazionale" indispensabile per il Paese (comma 8, dove peraltro la parola nucleare non è neppure citata)». «Perché chi è contrario al nucleare dovrebbe abolire la disposizione che vieta di realizzarle? – conclude Calderisi – Perché coloro che si oppongono al nucleare per ragioni laiche e non ideologiche, cioè allo stato attuale della tecnologia, dovrebbero abolire questi due commi e non ritenere invece che l'acquisizione di ulteriori evidenze scientifiche e la predisposizione di un nuovo piano energetico nazionale tutelino meglio loro opzione contraria al nucleare?». Ma per l'Italia dei Valori nel ricorso del Governo c'è solo la volontà di Berlusconi di togliere ai cittadini il diritto di esprimersi. «Attendiamo con fiducia la decisione della Corte Costituzionale sui referendum – afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario – anche perché siamo fortemente convinti che la scelta della Cassazione di confermare il referendum sul nucleare sia ineccepibile. Inutile, infatti, che il governo continui a ripetere che, con il decreto Omnibus, ha messo una croce sulla scelta atomica in Italia perché così non è». «Il premier – conclude – dimostra ancora una volta la sua verve da truffaldino, che con la mano destra dice di rispettare il volere popolare mentre con la sinistra pensa solo ai suoi interessi e a quelli degli amici con cui fa affari». Critiche anche dal Movimento Difesa del Cittadino che si è costituito davanti alla Corte Costituzionale per chiedere di garantire il diritto alla celebrazione della consultazione. Per l'avvocato dell'associazione, Gianluigi Pellegrino, che ha depositato la memoria difensiva è «singolare la pretesa del Governo che siano supposte ambiguità parlamentari dell'ultima ora ad eludere il diritto del corpo elettorale».

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