Franceschini sogna ancora l'ammucchiata contro il Cav
Ilsogno è sempre quello: mandare a casa Silvio Berlusconi. Il centrosinistra ci ha provato in tutti i modi ma non c'è stato niente da fare. Stavolta, dopo che Massimo D'Alema ha lanciato la linea in un'intervista a La Repubblica, è toccato a Dario Franceschini, su Avvenire, chiedere una «grande alleanza» dal Terzo Polo a Sel per ricostruire il Paese. Ricostruire il Paese che significa, ovviamente, cacciare Berlusconi. «C'è bisogno del contributo di tutti, di una grande alleanza, per voltare pagina completamente e, soprattutto, per avviare la ricostruzione morale, politica ed economica del paese», ha detto il capogruppo del Pd alla Camera. «La proposta di un'alleanza che vada dal Terzo polo a Vendola vale sia nel caso ci fosse una crisi di governo, per dare vita a un nuovo esecutivo che dia delle risposte urgenti ai gravi problemi economici del Paese, riscriva la legge elettorale e porti l'Italia al voto, sia nel caso si votasse subito o si arrivasse a fine legislatura», ha sottolineato. Finito il berlusconismo «ci sarà un enorme sforzo da fare per ricostruire il tessuto civile e sociale della nostra nazione. Un contributo al quale nessuno si potrà sottrarre. Poi, una volta ridefinite insieme le regole del gioco, potremmo dividerci di nuovo», ha sottolineato. Peccato che nel centrosinistra ma anche nel solo Partito democratico le divisioni siano all'ordine del giorno. Quanto alla Lega, Franceschini ha ribadito l'impossibilita' di un'alleanza elettorale o di governo, ma «il discorso sulla riscrittura delle regole è un'altra cosa». Sulle regole, ha assicurato l'ex segretario del Pd «collaboreremo sempre». Del resto soltanto poche settimane fa è stato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani a «corteggiare» la Lega per tentare un estremo tentativo di far mancare la maggioranza al governo. Ma anche quella volta non c'è stato niente da fare. Critico vero Franceschini il senatore del Carroccio Fabio Rizzi: «Esiste da sempre un fronte anti-Lega. Ora il fronte si è ampliato con alcuni ben determinati settori del cattolicesimo più spinto, quella sorta di predicatori della fratellanza e del bene comune che sono annidati in tutti i partiti, compreso quello vendoliano». Insomma, aggiunge Rizzi, «basta leggere l'intervista di Franceschini al giornale dei vescovi in cui molto chiaramente "il segretario democristiano" del Partito Democratico, a differenza del "segretario comunista" sempre del Pd, Bersani, fa intendere di essere più vicino a Vendola e Casini piuttosto che a Bossi. Dunque - conclude Rizzi - un fronte aperto dentro il Pd in cui una parte spinge per trovare una sorta di "alleanza" con la Lega. L'altra parte come il diavolo e l'acquasanta».