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Con il Cav borghesi alla riscossa

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei giardini del Quirinale  in una foto d'archicio

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Cosa succederà quando cominceranno a intitolare piazze e viali a Silvio Berlusconi se con tutta questa fretta, giusto in queste ore, stanno tentando di fargli il funerale? E cosa succederà a destra soprattutto, i più accaniti tra i becchini, perché a sinistra, per dire – al netto di euforie – risolvono la questione: storicizzano.bMettono tra parentesi. Si cuccano lo stipendio di Zelig, rinnovano i palinsesti. Ma a destra, dunque, dove tutti sono così decisi ad archiviare il caso, cosa dovranno fare? Succederà quando i monumenti confermeranno una verità banale e semplice: e cioè che senza il Cav. non ci sarebbe stata in Italia neanche una parvenza di destra. Ci sarebbero stati solo i moderati. Ma al seguito. Eterna ruota di scorta della sinistra. Figliocci spuri di quella eterna disconosciuta truppa degli utili idioti. Di tanto in tanto promossi al rango di «indipendenti». Di «sinistra» ovviamente. E ovviamente i soliti: soliti «cattolici adulti», soliti «borghesi illuminati», soliti «militari democratici». Provate a immaginare: senza il Berlusconi, lesto e sorridente, i bravi borghesi, naturaliter di destra, avrebbero avuto al più un Mario Segni, intrappolato nell'inconsistenza ancora prima che nell'oblio. Non avrebbero neanche avuto – sempre i bravi borghesi – il giusto gusto per apprezzare un eccentrico anarchico qual era Francesco Cossiga. Si sarebbero avvinghiati a qualche Giancarlo Cito, se meridionali, a qualche sig. Panto, se nel nord-est, e non avrebbero avuto il coraggio di buttarsi fino in fondo: altro che federalismo o secessione. Piuttosto evasione. O qualche aggiotaggio mentale, qualche fumisteria, insomma: una qualunque massoneria. Senza quel Berlusconi, pazzo di pazienza e di magia, i bravi borghesi d'Italia non avrebbero avuto la stagione degli anni '80 e non avrebbero mai gustato la soddisfazione del sorpasso da sempre negato: oltrepassare le elite. Perché solo con questo signore di solida età, ben truccato e danaroso, seppe dare un volto a tutta la plebaglia delle partite iva e della macchina parcheggiata in doppia fila per dare loro una rivincita sociale. Quella dell'emancipazione. Dall'obbligo sociale che va a sinistra. E dall'azionismo democratico. Quello che da Torino – con i Norberto Bobbio prima, con i Gustavo Zagrebelski oggi – manda a dire: «Ve lo spieghiamo noi tutto il cosa e il come». E quando isseranno le statue equestri al Cavaliere, sul cartello, ben piazzato sul basamento, vi scolpiranno: «Giù il cappello, povero borghese, hai avuto troppa fretta nel fargli i funerali».

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