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Nella sua lunga storia l'Italia unita ha fatto «un lungo cammino e straordinari balzi in avanti, ma non sottovalutiamo il peso di problemi di fondo non risolti, di contraddizioni non superate, di squilibri e tensioni persistenti nel tessuto economico e sociale del Paese». Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha iniziato il suo discorso agli ospiti al pranzo di Stato di ieri al Quirinale. «Non sottovalutiamo soprattutto - ha aggiunto Napolitano - la portata delle nuove sfide che l'Italia è chiamata ad affrontare in un'epoca di radicale e incessante cambiamento della realtà mondiale. Si tratta di sfide che sono dinanzi al nostro paese in quanto tale, ma anche di sfide comuni che l'Europa unita e l'intera comunità internazionale debbono saper raccogliere e vincere insieme. Ebbene, l'Italia farà la sua parte». «L'Italia – ha proseguito – è profondamente cambiata, soprattutto da quando è risorta a vita democratica, riacquistando libertà, unità e indipendenza dopo il ventennio della dittatura fascista e la tragedia della seconda guerra mondiale». La nascita della Repubblica, ha aggiunto, ha segnato un nuovo inizio, ha «fondato una rinnovata convivenza civile sulle solide basi dei lungimiranti principi della Costituzione del 1948. Grazie a uno straordinario sforzo collettivo di ricostruzione, ci siamo non solo sollevati dalle rovine di una guerra sciagurata, ma trasformati e rapidamente sviluppati entrando a far parte dell'area dei paesi più industrializzati e progrediti del mondo». Poi un passaggio sull'importanza dei nostri beni storici: «Siamo consapevoli dell'ineguagliabile valore del patrimonio storico di cui, nella modestia delle nostre persone, siamo eredi come italiani» ma siamo anche consapevoli «della responsabilità che ci spetta di mostrarcene degni custodi e continuatori». «Non nascondiamo le nostre difficoltà – ha concluso Napolitano – ma sono certo che saprete guardare con amicizia e con fiducia al nostro impegno. L'Italia farà la sua parte perché avanzi nel mondo la causa della pace, dei diritti umani, delle democrazia, di un equilibrato, equo, sostenibile sviluppo economico e sociale globale». Sono certo, ha proseguito, che lo farete «con l'amicizia che la vostra presenza qui oggi ci ha testimoniato, con la fiducia che l'Italia merita».

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