Maroni: "Sberla faccia per far rinsavire il governo"
{{IMG_SX}}"Il segnale c'è stato ed è stato forte, non deve essere sottovalutato e io non lo faccio. Adesso cerchiamo di capire se questa maggioranza ha la capacità di reagire o resta inerte, che sarebbe la cosa peggiore". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a margine di un'audizione, commenta il risultato dei ballottaggi di ieri. Sul da farsi, ha spiegato il ministro, "non ho la soluzione; abbiamo preso questa sberla, abbiamo capito che gli italiani, i nostri elettori, ci hanno voluto mandare un segnale forte di scontentezza. Dobbiamo verificare bene cosa non è piaciuto nell'azione del governo, quali le azioni o le omissioni e reagire di conseguenza per i prossimi due anni". "Se invece minimizziamo - ha proseguito - e diciamo che abbiamo vinto a Rovigo e a Varese, questo non è sufficiente, vuol dire sottovalutare e continuare sul piano inclinato". Quanto al futuro immediato, ha concluso, "il referendum non è il prossimo appuntamento, ce ne saranno altri prima". MESSAGGIO DAI CITTADINI ITALIANI "Non è Tremonti sotto attacco, ad esserlo è la maggioranza, mi pare, dal voto degli italiani". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, risponde cosi' ai cronisti prima dell'audizione in Commissione Shengen. "Il segnale c'è ed è forte - premette il ministro - e non va sottovalutato, io non lo faccio. Adesso si tratta di capire se la maggioranza ha la capacità di reagire o se oppure resta inerte, e sarebbe la cosa peggiore". Il ministro dell'Interno nega che ci sia stato un mini vertice leghista a Palazzo Chigi. "C'era il Consiglio dei ministri - spiega - noi leghisti padani siamo non solo puntuali ma sempre in anticipo. Ci siamo trovati io, Bossi e Calderoli nell'anticamera di Palazzo Chigi poi è arrivato Tremonti e abbiamo commentato le cose ma non è stato un vertice". "Abiamo capito - continua Maroni - che i cittadini italiani, i nostri elettori, ci hanno mandato un segnale forte, di scontentezza, dobbiamo verificare bene cosa non è piaciuto nell'azione di Governo, quali le azioni e le omissioni e reagire di conseguenza per i prossimi due anni. Se minimizziamo, dicendo abbiamo vinto a Rovigo e a Varese e perso a Napoli e a Milano, non è sufficiente, significherebbe sottovalutare e continuare sul piano inclinato".