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«Per ora il governo va avanti»

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Bossi avverte il Cav: è ora della svolta riformista partendo dal fisco

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.Da lì deve partire la svolta del governo e da questa riforma Bossi conta di riconquistare il suo elettorato. La parola d'ordine diventa «non perdere più tempo». Il Senatùr che in un primo momento aveva annunciato di non voler parlare con i giornalisti («Scrivete quello che volete tanto vi inventate tutto»), nel pomeriggio ci ripensa. Vuole rassicurare la sua gente sull'esito del voto dei ballottaggi («Non sono preoccupato. C'è già successo di andare giù ma poi siamo risaliti. Ad esser vecchi c'è un vantaggio si è già vissute le cose») ma quello che più gli preme è mettere le cose in chiaro per quanto riguarda la tenuta dell'Esecutivo: «Per ora si va avanti. Tranquillo? Non lo so». Attorno a quel «per ora» si sono aperte tutte le possibili congetture del caso. Che sia il preludio di un tradimento? Che sia l'avvertimento di un'imminente rottura tra Bossi e Berlusconi? Chi lo sa. Eppure che l'Umberto si stia muovendo questo è certo. Ieri mattina un vertice con i luogotenenti Roberto Maroni e Roberto Calderoli, e con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a palazzo Chigi. Poi un secondo vertice con il presidente della commisione bicamerale per il Federalismo, Enrico La Loggia, che commenta: «Ho visto Bossi e Calderoli e il loro atteggiamento è solidale. Comprendono che occorre rilanciare l'azione riformatrice del governo salvando l'alleanza con il Pdl». Richiesta di riforme che torna anche nelle parole di Maroni il quale punta su una scossa all'economia, e una «vera» riforma del fisco. La chiede lui, ma la chiedono anche tanti deputati, preoccupati soprattutto per la «mancanza d'ossigeno» agli enti locali. E si aggiunge anche Bossi: «Metterà i soldi per la riforma? Dipende da cosa si intende per riforma...». Ecco che allora Tremonti, da alleato di ferro del Carroccio, diventa sempre più bersaglio delle critiche dei capannelli leghisti a Montecitorio, che gli rimproverano di «essere anche lui parte dell'ingranaggio della finanza mondiale», responsabile come altri governanti europei travolti dalle ultime consultazioni popolari «per aver abdicato alla finanza». Ora gli occhi della politica sono puntati tutti sul raduno di Pontida del 19 giugno quando si capirà se si riuscirà a rilanciare davvero la maggioranza e l'alleanza con Berlusconi. Un evento che dovrebbe aprirsi, come promesso da Calderoli, con un «annuncio epocale» di Bossi. E come sempre i leghisti saranno lì ad ascoltarlo. Questa volta però con una speranza in più: vedere se il loro «capo» tornerà a vestire i panni del «celodurista».

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