Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di GABRIELLA FANELLO MARCUCCI Una posssibile lettura della realtà politica italiana offerta dall'Archivio sonoro di Radio Radicale.

default_image

  • a
  • a
  • a

Unaopportunità è offerta dall'Archivio sonoro di Radio Radicale le cui registrazioni hanno numerose peculiarità. Se ne ricordano qui, tra le tante, solamente due. La prima è quella della registrazione integrale dell'evento considerato: è possibile così non solo riascoltare un singolo intervento, ma collocarlo nel contesto in cui si è svolto, ascoltando anche le parole da altri pronunciate nella stessa occasione, e cogliendo le voci, i suoni o i rumori ambientali, di consenso o di dissenso. L'altra caratteristica delle registrazioni è quella della «neutralità» di fronte all'evento registrato, che non viene mai interrotto da voci o commenti redazionali. La «neutralità» è anche nella scelta di cosa registrare: la direzione di Radio Radicale mira a storicizzare al massimo delle sue possibilità, tutto quanto avviene sulla scena istituzionale, politica e culturale. Si parla spesso in modo ossessivo del protagonismo di Silvio Berlusconi, caratterizzato, si dice, dalla combinazione di potere mediatico e politico. Si può osservare che un esame più attento consente di notare che il protagonismo non scaturisce solo dalla personalità stessa di Berlusconi, come «protagonismo attivo», ma piuttosto e maggiormente come «protagonismo passivo» generato dalla attenzione che i suoi oppositori gli dedicano giorno per giorno. Le registrazioni di Radio Radicale confermano questa affermazione. E sufficiente fare un confronto tra il numero degli interventi in voce dei diversi leaders politici che si sono confrontati (sia come leader dell'opposizione sia come candidati premier) con Berlusconi e quelli di Berlusconi stesso dal momento della sua entrata in politica fino al dicembre 2010. Per gli interventi in voce (e quindi per il «protagonismo attivo») di Berlusconi si rilevano nell'Archivio di Radio Radicale 1400 occorrenze; per Occhetto le occorrenze sono 417; per Prodi 1024; per D'Alema 1536; per Amato 1211; per Rutelli 1506; per Veltroni 1323, per Franceschini 534, per Bersani 804. Interessante sarebbe anche approfondire le tipologie e le occasioni nelle quali gli interventi sono stati pronunciati e, anche in questo caso, operare un confronto tra diversi leader nel periodo considerato. Se poi, di contro si confrontano gli argomenti dai singoli trattati nei rispettivi interventi (e quindi considerando il «protagonismo passivo») si scopre che, mentre Berlusconi cita solo talvolta i leader che sul momento gli si oppongono, negli altrui interventi (anche allargando l'indagine ai politici fin qui non citati), l'argomento «Berlusconi» ha una frequenza straordinaria. Passando ai «numeri» si rileva che, nel periodo considerato l'argomento «Berlusconi» ha 23545 occorrenze; l'argomento Occhetto ha 274 occorrenze; Prodi ne ha 9077; D'Alema 5192; Amato 2026; Rutelli 2420; Veltroni 2484, Franceschini 416, Bersani 955. Facendo la somma delle citazioni dei leaders alternativi considerati si ottiene la cifra 22844, inferiore alle citazioni registrate su Berlusconi. Queste cifre fanno intendere che la situazione è molto più complessa di quando possa apparire, e che a quella che può essere considerata una «Berlusconi-mania» da parte dei suoi sostenitori, corrisponde una ancor più rilevante «Berlusconi-fobia» da parte dei suoi oppositori di ogni colore e collocazione. Sorge spontanea ed ovvia la domanda: si può pensare che gli interpreti della «Berlusconi-fobia» possano rappresentare un'alternativa politica?

Dai blog