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Fini ci prova: «Berlusconismo archiviato»

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Elo fa - con in faccia il sorrisetto tipico di chi non vedeve l'ora di dire: «Te l'avevo detto io» - dal palco del «Festival della felicità» di Pesaro. «Il berlusconismo è archiviato. Berlusconi ha raccolto quel che ha seminato e chi semina vento raccoglie tempesta» spiega il leader di Fli, quasi costretto a precisare che «da uomo del centrodestra» si sente tutt'altro che felice del risultato. «Ho la coscienza a posto perchè quando, 15 mesi fa, misi in guardia il Presidente dalla deriva che si stava prendendo, fui messo alla porta», aggiunge. Non vuole fare catastrofi: «Il risultato della amministrative è figlio in primo luogo della delusione degli elettori moderati» per «una coalizione estremista e opportunista che nella politica interna, come in quella internazionale, ha radicalmente snaturato l'impostazione con cui si era presentata al Paese». Tuttavia non rinuncia a una dura denuncia contro lo strapotere della Lega, tutto volto a convertire la sfida per le «grandi riforme» in quella delle «grandi paure», con l'ossessione per gli immigrati, i magistrati, gli avversari politici. E poi la sfida - «persa» - per le riforme economiche, necessarie per garantire crescita. Alla fine dei conti le sue previsioni si sono rivelate fondate, ammette, a dispetto di chi lo aveva accusato di fare la Cassandra. «Fli non ha nulla da festeggiare», ripete, ma per tutto il Terzo Polo si apre una nuova stagione e una «nuova sfida»: costruire la «casa dei moderati», un obiettivo «strategico» per chi «come noi non si rassegna a veder vincere la sinistra per le incapacità del centrodestra». Il presidente della Camera non crede in un passo indietro del Cav, in una fine anticipata della legislatura. «Non mi stupirei se Berlusconi ora raggranellasse qualche altro cosiddetto responsabile. La mia preoccupazione è che il Parlamento continui a discutere di questioni che non sono nell'agenda degli italiani perché Berlusconi continua nella sua ossessione della giustizia - spiega - Se continuiamo questa legislatura con un agenda parlamentare che non è quella dei cittadini è molto peggio che andare alle urne». D'altra parte, ammette, «non è possibile arrivare al 2013 con questo scontro al calor bianco». La palla è in mano a Pdl e Lega. La prossima mossa - qualunque essa sia - spetta a loro. Gianfry - il presidente della Camera - comunque, è pronto per la battaglia: «La parte più bella e impegnativa della sfida comincia ora», strilla. E lascia Pesaro e il festival della Felicità con un sorriso - super partes - sulle labbra.

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