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Fini: archiviato il berlusconismo anche se il governo non cadrà

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, al Quirinale a Roma, in occasione del Giorno della Memoria dedicato alla vittime del terrorismo

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 Il berlusconismo è archiviato, ma la "vera sfida" per costruire la nuova casa dei moderati e dei riformisti "comincia ora". Con un commento pubblicato sul "Futurista" ma anche sui siti di Fli e Libertiamo, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha letto così i risultati delle amministrative. "Berlusconi - è la premessa di Fini - ha raccolto quel che ha seminato negli ultimi 15 mesi, da quando mi espulse per aver denunciato che: 1) il Pdl era un partito nelle mani di ras locali tenuti insieme dall'interesse personale e dal culto della personalità verso il capo; 2) lasciare alla Lega la guida di fatto della coalizione avrebbe significato passare dalle 'grandi riforme' alle 'grandi paure', di volta in volta ossessionati dagli immigrati, dai musulmani, dai pubblici ministeri, dagli omosessuali, dagli avversari politici, dai giornalisti scomodi; 3) limitarsi a tenere sotto controllo i conti pubblici senza riforme difficili ma ineludibili per rilanciare la crescita economica, avrebbe messo a rischio la coesione del Paese oltre che il blocco sociale di riferimento del centro-destra". "Il nostro - ha sottolineato Fini - non era disfattismo, si è avverato quel che temevamo. Per questo, Fli non ha nulla da festeggiare, ma molto da capire e da fare. Perché il risultato delle amministrative è figlio in primo luogo della delusione degli elettori moderati che hanno capito che ad un centro-destra culturalmente ispirato alle migliori esperienze della tradizione liberal-conservatrice europea si è sostituita in questi 15 mesi, una coalizione estremista e opportunista, che nella politica interna, come in quella internazionale, ha radicalmente snaturato l'impostazione con cui si era presentata al Paese ottenendone l'ampio consenso. Anche se il Governo non cadrà - ha continuato - col voto di Milano, Napoli, Trieste e Cagliari il berlusconismo è stato di fatto archiviato, ma non può e non deve esaurirsi anche la possibilità di una 'casa comune' per tutti gli italiani moderati e riformisti, quindi culturalmente e politicamente lontani dalla coalizione di sinistra oggi vittoriosa". "Oggi - ha aggiunto il leader di Fli - la casa comune non c'è: lo dimostrano i risultati, prevedibili ma non certo lusinghieri, delle candidature a sindaco alternative tanto al Pdl quanto alla sinistra. Costruirla in fretta è l'obiettivo strategico che, insieme agli amici del Terzo Polo, dobbiamo porci con chiarezza e senza diversivi tattici". "Sappiamo che molto dipenderà ancora una volta da cosa deciderà Berlusconi, cioè se capirà o meno gli errori commessi - traendone le conseguenze -, e da quali margini di manovra gli consentirà Bossi. In ogni caso per chi come noi non si rassegna a veder vincere la sinistra per le incapacità del centrodestra di essere davvero se stesso (capace cioè di ragionare e di fare, non di urlare e di insultare!), la parte più bella e impegnativa della sfida - ha concluso Fini - comincia ora".  

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