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Le elezioni finiscono in rissa

Napoli, un vigile del fuoco nel deposito del comitato elettorale di Gianni Lettieri

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Aggressioni, incendi dolosi, scambi di accuse. A poche ore dal suo termine la campagna elettorale per i ballottaggi di Napoli e Milano assume sempre più i contorni della rissa tra bande. Si parte dal capoluogo lombardo, dove anche nelle scorse settimane non erano mancate aggressioni vere e presunte a militanti di entrambi gli schieramenti. L'ultima è avvenuta ieri notte in via Ripamonti. A «fronteggiarsi» simpatizzanti della Lega e sostenitori di Pisapia. E le versioni, ovviamente, non convergono. Secondo gli esponenti del Carroccio sarebbero stati gli uomini del candidato di centrosinistra gli autori dell'aggressione. Al punto che il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli attacca: «Purtroppo spiace dover verificare che a livello non solo milanese, ma nazionale, gli episodi di violenza sono sempre a senso unico. Vengono sempre dalla parte del centrosinistra, alias sinistra estrema, dove continuano ad essere accolti estremisti che purtroppo arrivano a mettere addosso le mani». Ma il comitato Pisapia contesta questa versione e dirama una nota per spiegare cosa sia accaduto: «Intorno all'una e mezza di notte tre persone attacchinavano manifesti della Lega fuori dagli spazi previsti. Tre ragazzi gli hanno fatto notare che il loro comportamento era illegale. A quel punto i leghisti hanno insultato gli altri giovani e nel momento in cui questi hanno detto che avrebbero chiamato la polizia, uno dei militanti della Lega con un bastone ha colpito in testa uno dei ragazzi scaraventandolo sul marciapiede. In quel momento, per fortuna, è arrivata un'auto dei carabinieri che ha identificato tutti i presenti. Poi il ragazzo colpito è stato portato al pronto soccorso con un'autoambulanza, dove gli è stato riscontrato un trauma cranico e varie escoriazioni». I ragazzi, spiega la nota, hanno sporto denuncia ieri pomeriggio. Il simpatizzante della Lega che ha riportato ferite guaribili in otto giorni, ha fatto la stessa cosa. Si tratta di Giuseppe Maiocchi, gioielliere di 60 anni che nel 2004 reagì assieme al figlio a due rapinatori all'esterno del suo negozio. Uno venne ucciso e Maiocchi venne condannato a un mese per lesioni colpose, mentre il figlio a 18 mesi per omicidio colposo. Due delle cinque persone presenti alla rissa, fratelli di 25 e 26 anni, risulterebbero già segnalate dalle forze dell'ordine, per aver partecipato in passato a manifestazioni di un centro sociale milanese. Tutt'altro scenario a Napoli dove al centro dello scontro c'è l'incendio doloso che, sempre ieri notte, ha coinvolto un seminterrato adibito a deposito nel palazzo in cui ha sede il comitato elettorale del candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri. Nessun danno a persone, ma molto materiale elettorale in fiamme compresi 26 gazebo che dovevano essere utilizzati per la manifestazione di chiusura della campagna elettorale ieri sera in piazza Plebiscito. Immediato lo scambio di accuse. Per Lettieri il suo avversario al ballottaggio Luigi De Magistris è «moralmente responsabile del clima d'odio» della campagna elettorale. «Stiamo tornando al clima degli anni di piombo. La violenza - spiega - non viene certamente dai miei, che si sono sempre comportati in maniera rispettosa. Anzi, quando sono stati aggrediti, non hanno mai reagito. Gli episodi di aggressione sono iniziati il 15 aprile scorso, quello di ieri sera è solo l'ultimo. E De Magistris non prende le distanze». La risposta dell'ex pm non si è fatta attendere: «Avevo già previsto che avrebbero tirato fuori a poche ore dal voto un tentativo di inquinamento democratico. Presenterò un esposto alla Procura sia sul voto di scambio che stanno portanto avanti persone vicine al candidato Lettieri, sia sul tentativo di strategia della tensione messo in atto da ambienti e personaggi che stanno sostenendo la candidatura di Lettieri». Domani, per fortuna, si vota.

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