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Il Pdl pensa già al dopo-voto

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I ministro La Russa, Matteoli e Frattini

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Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, uno dei tre coordinatori nazionali del Pdl, indica la necessità per il partito di un nuovo congresso per "adeguare la struttura che avevamo immaginato nel primo alle mutate condizioni politiche e sociali" di adesso. Intervenuto questa mattina alle celebrazioni per il 150mo dell'Unità di Italia ad Arconate, nel Milanese, il ministro si è detto d'accordo con le parole di Frattini sul "bisogno di aprire una fase di riflessione come dice Frattini - ha spiegato La Russa al suo arrivo nella cittadina guidata dal senatore Marco Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl - Il problema non è però solo il triumvirato o la struttura ma è un quadro generale che bisogna esaminare". Ecco allora che nasce l'esigenza di adeguamento della struttura del Pdl da delineare "anche con un nuovo congresso anche se qualcosa si può fare anche subito". Per La Russa, infatti, "qualunque sia il risultato delle elezioni, c'è l'esigenza di rilanciare la presenza e le parole d'ordine del Pdl. Tutti pensiamo che serva uno sforzo corale - ha concluso -  un segnale di unità e di ripartenza. Come farlo lo decideremo insieme ma sarebbe sbagliato non trarre da queste elezioni un segnale".   MATTEOLI: CONGRESSI LOCALI DOPO IL VOTO "Dopo le amministrative è necessario avviare la fase dei congressi comunali e provinciali per eleggere i vertici locali - spiega il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, in una nota - superando così la formula ragionieristica del 70/30 che, inevitabile nel momento della nascita del Pdl, impedisce ora al partito di esprimere tutta la sua forza e di crescere attraverso un'azione di inclusione ed apertura alle varie sensibilità ed aree politiche di centrodestra presenti nel Paese. Ritengo, inoltre, necessario proseguire con rinnovata lena ed impegno nella realizzazione del programma di governo approvando le riforme che dovranno consentire al Paese di avere istituzioni ed una macchina amministratica capaci di dare risposte pronte alle domande dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Questo lo si potrà fare solo in presenza di un Pdl forte ed unito". Il ministro smentisce "ancora una volta che sarei in procinto insieme con altri amici di dar vita a gruppi autonomi al Pdl alla Camera ed al Senato, come riportano alcuni telegiornali e quotidiani. E' un'idea che non mi appartiene, ritenendo anzi necessario procedere alla riorganizzazione unitaria del Pdl, di cui i gruppi sono naturale espressione in Parlamento".   FRATTINI: SERVE UN DIRETTORIO "Lo si chiami segreteria politica, coordinamento oppure direttorio, ma serve un organismo per rappresentare tutte le anime del Pdl, ''quelle aree che non vogliono essere chiamate correnti ma che pure - come Liberamente, la fondazione di Scajola, i ciellini vicini a Formigoni, la componente del sindaco di Roma - in ogni caso ormai si riuniscono, discutono, si organizzano''. E' quanto propone il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista al Corriere della Sera, perché - spiega - la balcanizzazione del Pdl ''non giova a nessuno''. Il titolare della Farnesina parla dei ballottaggi: se ci sarà una sconfitta "nemmeno la sinistra potrebbe brindare, perche' si sarebbero affermati candidati espressione di forze extraparlamentari e di forze antisistema''. Per il Pdl sarebbe invece ''un forte campanello d'allarme'' che indurra' a trovare le ''motivazioni per andare avanti''. Frattini assicura che il de profundis del partito non ci sarà. ''La nave non affonda'', dice anche se ci sono ''problemi'': ''c'è il caso Scajola aperto - precisa -, ci sono sofferenze nell'ex An per dissidi tra le correnti, addirittura si paventa la formazione di un gruppo da parte di Alemanno'' e ''non si può pensare che il triumvirato faccia da solo'' nel rassicurare i parlamentari.  Di qui la necessità di creare ''una struttura di collegamento nel partito, una cinghia di trasmissione, altrimenti non avremo spinte centripete, ma centrifughe''. Infine Frattini respinge le voci secondo cui il Pdl vedrebbe Tremonti come un congiurato: ''Giulio ha salvato i conti pubblici, è garante della stabilità dell'Italia", dice Frattini. POLVERINI: NEL LAZIO NON SERVONO RIMPASTI Per quanto riguarda la situazione nel Lazio, "ieri c'è stata una riunione con il Pdl che credevo fosse riservata, ma invece ho visto tante indiscrezioni -  ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, a margine della 'Giornata del sollievo', al Policlinico Gemelli di Roma - Non c'è bisogno di nessun rimpasto ma anzi va potenziata l'attività della Giunta senza colpi bassi, perchè non c'è nulla che possa metterci in contrasto". "L'importante - ha proseguito - è che tutti siano convinti, come sono convinta io, che l'amministrazione sta lavorando bene e che bisogna valorizzare quello che la Giunta sta facendo. Il Consiglio deve dare di più e di meglio di quanto abbia dato fino ad oggi. Adesso ci sarà una verifica sull'attività legislativa dell'Aula e anche delle commissioni. Non voglio perdere tempo - ha concluso Polverini - con chi vuole mettere solo zizzania". CICCHITTO: COORDINAMENTO TRA ROMA, PDL E REGIONE Sulla questione interviene il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "Nel centrodestra del Lazio nessuno bacchetta nessuno. Dopo alcuni giorni di nervosismo provocati anche dall'esito paradossale delle elezioni in alcune città che hanno portato al ballottaggio fra liste di centrodestra, mentre la sinistra è scomparsa, adesso si discute in modo pacato e costruttivo. Nelle consultazioni di questi giorni abbiamo tutti lavorato per consolidare la giunta Polverini, confermando ad essa la nostra fiducia ed escludendo che nello spostamento all'interno dei gruppi della maggioranza di uno o due consiglieri ci fosse un disegno politico destabilizzante". "Del resto non bisogna dimenticare che questi consiglieri regionali a suo tempo sono stati eletti nella lista Polverini con il concorso di esponenti del Pdl  che non aveva più una sua lista", aggiunge Cicchitto. "In termini costruttivi per il futuro è stata sottolineata l'esigenza di un positivo rapporto fra la giunta regionale e le province del Lazio che hanno molteplici problemi da affrontare e risolvere. Esistono inoltre una serie di questioni riguardanti la gestione dei rifiuti e quelle di Roma Capitale che richiederanno una fattiva collaborazione fra la Regione Lazio, il Comune di Roma e il coordinamento regionale del Pdl. Dopo i ballottaggi oggi e domani in corso si farà una analisi compiuta dei risultati elettorali ma sin da adesso si può dire che il centrodestra nel Lazio è andato molto bene e quindi sarebbe incomprensibile se proprio adesso si determinassero dei conflitti al suo interno". STORACE: LA COALIZIONE È FINITA? "Se la partita regionale riguarda la Polverini e il Pdl, l'onere dei numeri in Aula e nelle commissioni spetta a loro - si chiede invece Francesco Storace, segretario nazionale e capogruppo de La Destra alla Regione Lazio - Anche noi attendiamo un chiarimento mercoledì in Consiglio regionale: la coalizione è finita o no? Si regge sulle scelte dell'onorevole Melpignano? Questo modo di procedere èoffensivo".  

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