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Preso il boia di Srebrenica

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Ratko Mladic

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È finita la fuga del boia di Srebrenica. Il generale serbo Ratko Mladic, l'uomo della pulizia etnica in Bosnia è stato catturato dopo 15 anni di latitanza in un villaggio della Vojvodina dove già ad aprile si era detto che si nascondesse. L'arresto è avvenuto all'alba, in seguito a una soffiata. Milorad Komadic, questo il nome con cui si faceva chiamare, viveva nel villaggio di Lazarevo nelle vicinanze della città di Zrenjanin, a 80 chilometri da Belgrado. Non era camuffato, con sé aveva due pistole, ma non ha tentato di usarle. È apparso invecchiato, smagrito e con un braccio paralizzato provocato da un ictus che lo ha colpito durante questi anni di latitanza. La moglie, anni fa, disse che era morto. Ora la moglie Bosiljika e il figlio Darko, hanno detto di essere contenti che il loro congiunto sia vivo e hanno espresso il desiderio di vederlo prima della sua estradizione al Tribunale penale de L'Aja. Il boia di Srebrenica ricercato per genocidio crimini contro l'umanità compiuti quando era alla guida delle forze serbo-bosniache. La notizia della sua cattura in un paesino della Voivodina, nel nord della Serbia, è stata confermata dal presidente serbo, Boris Tadic, e rappresenta una svolta per le aspirazioni di Belgrado per l'ingresso nell'Ue. Ratko Mladic ha iniziato la sua carriera militare nell'Armata popolare jugoslava, i partigiani di Tito, il padre era stato ucciso dagli Ustascia. Dopo la morte di Tito e la digregazione della Jugoslavia, Mladic fece parte di quella schiera di irriducibili fautori della Grande Serbia. La corte de L'Aja per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia durante la guerra di Bosnia degli anni Novanta giudicherà Ratko Mladic come sta già facendo con il leader dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic. Lo psichiatra e lo psicopatico, la coppia assassina che fece della puliza etnica una strategia di guerra contro i musulmani di Bosnia. Così Mladic dovrà rispondere di crimini contro l'umanità, la vita e la salute pubblica, genocidio, gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra del 1949, omicidio e violazioni delle norme e delle convenzioni di guerra. Il boia fuggì dopo la firma degli Accordi di Dayton nel 1996. Se Sebrenica con gli ottomila cadaveri, resta il marchio più infamante, Mladic si distinse per la brutalità nell'assedio di Sarajevo. Fu lui, soldato di professione, a pianificare l'uso sistematico dei cecchini per eliminare gli abitanti di Sarajevo. Si racconta che lui stesso impugnasse il fucile di precisione per uccidere i suoi conoscenti che vedeva camminare per la città bosniaca. Oggi una commissione Onu indaga sull'ultimo orrore imputato a Mladic: un giro di traffico di organi in Kosovo.

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