Obama superstar. Lagarde verso Fmi
Primavera araba, Medio Oriente, rivolte in Libia e Siria, crisi nucleare giapponese, internet e il suo futuro. È su questi temi che i leader degli otto Paesi più industrializzati del mondo riuniti a Deauville sono alla ricerca di una posizione comune. Barack Obama non si tira indietro. Intanto la Primavera araba. Il presidente degli Stati Uniti spinge il mondo a schierarsi al fianco di Tunisia ed Egitto, paesi che hanno «avviato delle transizioni democratiche» con cui avviare un «partenariato duraturo», anche di natura economica. Gli otto lanciano infatti un fondo a sostegno dello sviluppo dei paesi «Mena», quelli cioè del Nord Africa e Medio Oriente (con la Gran Bretagna che esce allo scoperto, annunciando uno stanziamento straordinario per 175 milioni di dollari e il Fmi che prevede la concessione di prestiti fino a 35 miliardi di dollari), e chiedono una revisione dello statuto della Bers (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) che estenda il mandato della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo anche a questi Paesi. Il provvedimento sarà al centro di un G7 finanziario ad hoc a Roma, a luglio, per poi ricevere un definitivo via libera in una successiva riunione, in Francia entro fine anno. Poi il Medio Oriente. Il G8 - Obama in testa dopo l'impegno degli ultimi giorni - chiede «una soluzione del conflitto israelo-palestinese attraverso la ripresa dei negoziati e senza rinvii». Di Medio oriente e Nord Africa Obama parla anche con il presidente russo Dmitri Medvedev, con il quale - sottolinea - c'è una «relazione eccezionale». «Abbiamo condiviso idee su come gestire il processo di transizione nella regione», afferma. Obama e Medvedev si sono impegnati a cooperare nella lotta al terrorismo: l'obiettivo è smantellare al-Qaeda. Al centro dei colloqui anche l'adesione al Wto della Russia e il sistema missilistico in Europa, con gli Stati Uniti che rassicurano di non voler «minare la sicurezza strategica» del Vecchio Continente. Quanto alla Libia, gli Otto chiederanno «la fine immediata dell'uso della forza da parte del regime di Gheddafi». Stop alle violenze anche in Libia e Siria. «Piena fiducia» al Giappone per una ripresa dalla crisi nucleare di Fukushima, con la Russia che presenta una proposta per rendere più sicuro il settore. I governi del G8 si impegnano poi per il futuro della Rete, con l'intento di «creare un ambiente in cui Internet possa svilupparsi in modo equilibrato e trasparente». Discussioni non ufficialmente in agenda quelle sulla successione a Dominique Strauss-Kahn. L'Europa caldeggia la nomina del ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde e incassa il sostegno «femminista» di Hillary Clinton. Sulla presidenza del Fmi i Grandi non esprimeranno nessun parere ufficiale. La decisione - sottolinea Sarkozy - «non spetta al G8, che non è il direttorio del mondo, anche se - ammette il premier francese riferendosi alla Lagarde - sarebbe un'ottima direttrice generale, ma aspettiamo».