Napoli al voto dopo polemiche e accuse
Se le sono dette di tutti i colori. Dall'inizio, alla fine. Le strette di mano non sono mancate, ma solo perchè i fotografi le chiedevano. Del resto la posta in gioco è alta: Napoli. E non solo. C'è da tirare le somme: di un'eredità di oltre vent'anni di centrosinistra e di progetti e promesse del centrodestra che, dopo aver conquistato Regione e Provincia, mira a fare tris. E così, nell'imprevedibile città di Napoli, per il posto a sindaco, domani si torna al voto. E tra Gianni Lettieri, candidato del centrodestra, e Luigi de Magistris, candidato Idv e Federazione della Sinistra, la sfida è dagli esiti niente affatto scontati. Oggi, la sua ultima giornata da candidato, de Magistris l'ha trascorsa così: caffè nel suo quartiere Vomero, pranzo con sua moglie e i suoi due figli, una rosa gialla in regalo da un'anziana signora, stasera cena a Borgo marinari con amici. Famiglia e un pò di lavoro anche per Lettieri. Stamattina passeggiata con i collaboratori, incontri con il suo staff. Stasera cena con amici. Domani Lettieri voterà (ore 11) nella scuola Carlo Poerio, mentre de Magistris (ore 9.30) alla scuola media Belvedere. Tutti e due si dicono tranquilli. Tutti e due si dicono vincitori. Ma, intanto, in una campagna aspra, come non lo era stata nè per le elezioni regionali nè per quelle provinciali, le accuse tra i due candidati sono state indiscusse protagoniste. «Tu che non fai che accompagnarti a Cosentino consegnerai la città alla camorra»: è stato il tormentone dell'ex pm. «Le tue inchieste hanno distrutto la vita delle persone, ti sei fatto pubblicità con i soldi dello Stato», quello dell'ex numero uno degli industriali di Napoli. La camorra, neanche a dirlo, ha attraversato in lungo e in largo la campagna elettorale: con il sospetto delle mani dei clan sul voto, con la presenza «scomoda», a detta di de Magistris, di Nicola Cosentino accanto a Lettieri il quale ha sempre rivendicato, di contro, piena autonomia nelle scelte («è incivile dire che sono il suo prestanome»). Divisi su tutto, i due candidati. Anche sulle origini, tormentone, questo, di Lettieri: «Lui è nipote di magistrato, figlio di magistrato ed è un magistrato. Io a 19 lavoravo, sono figlio di commercianti e dormivo sugli scaffali del negozio dei miei». E quando, in uno dei tanti confronti tv, il conduttore di turno ha chiesto a Lettieri di dire qualcosa di carino nei confronti del suo avversario, lui ha risposto così: «È un bravo attore, sa fingere bene». E poi è stata la volta delle aggressioni: a Lettieri, al suo comitato elettorale di piazza Bovio con l'esplosione di una bomba carta e, in ultimo, con l'incendio del deposito di un altro comitato elettorale. E di nuovo accuse: da Lettieri a de Magistris «delinquente» e «ritorno agli anni di piombo»; «tentativo di inquinamento democratico» e successivo un esposto alla Procura su voto di scambio e strategia della tensione da de Magistris a Lettieri. Rifiuti, Bagnoli, buche delle strade, ma anche anziani, lavoro, turismo, tra i temi portanti del programma di entrambi. Una cosa l'hanno ammessa: Napoli ha riscoperto la fiducia nel cambiamento. Una cosa l'hanno promessa: che chiunque sarà sindaco, con il capo dell'opposizione sarà corretto. E chissà forse solo allora la stretta di mano ci sarà. E non a favore dei fotografi.