L'Agcom di Calabrò: vedi Napoli e poi torna
.Ed è l'Agcom, l'Autorità Garante nelle Comunicazioni guidata da Corrado Calabrò, a segnalarlo. Lo stesso presidente, infatti, ha ricordato in un'audizione alla Commissione Affari Costituzionali nel 2010, «che la collocazione dell'Autorità a Napoli si è rivelata, alla prova dei fatti, difficilmente praticabile». Insomma vedi Napoli e poi torna. Non certo per irriverenza nei confronti della città partenopea ma semplicemente perché la quotidiana interlocuzione con il Governo e le interazioni con Bruxelles rendevano frequenti i contatti dei funzionari con enti con sede a Roma. Dunque viaggi e biglietti a gogò e soprattutto spostamenti che condizionavano le attività del Garante. Insomma come ha spiegato Calabrò: «La decentralizzazione delle Autorità sono una eccezione nel panorama europeo ed internazionale, essendo la grande maggioranza dei regolatori localizzata nelle capitali, in considerazione delle rilevanti interazioni con le altre istituzioni». Citando alcuni esempi nel panorama europeo, Calabrò ha sottolineato che «l'opzione delocalizzatrice è l'eccezione e si accompagna di norma ad una perdita, in prima attuazione, del personale più esperto e quindi necessita di un piano di sostegno all'occupazione che può far aumentare i costi di esercizio dell'istituzione e renderne stentata l'attività, almeno nel breve periodo». Sul piano organizzativo, inoltre, il rischio di duplicazione di funzioni e costi per il raccordo tra più sedi è elevato, soprattutto per strutture di non grandi dimensioni, in cui i costi generali pesano significativamente sul bilancio». Sullo stesso tema si è espresso anche il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà che ha fatto anche i conti. «Il trasferimento della sede dell'Antitrust a Milano comporterebbe oneri molto consistenti pari ad oltre 70 milioni di euro» ha sottolineato il presidente Catricalà. Che ha evidenziato di aver pensato all'apertura di un ufficio dell'Antitrust a Milano, tuttavia «i tagli subìti con la legge finanziaria ci impedirono di realizzare il progetto anche se il costo dell'operazione era contenuto». Secondo il Garante, l'insieme dei costi logistici, infrastrutturali e per il personale supererebbe complessivamente i 70 milioni di euro. La voce di maggiore impatto sarebbe quella del personale al quale dovrebbero essere corrisposte indennità e compensazioni per un totale di circa 68 milioni di euro (262 dipendenti cui spetterebbero 130.000 euro di una tantum e 26.000 euro l'anno per 5 anni). Non vanno tuttavia trascurati gli oneri per l'impianto di una nuova sede (1.200.000 euro), per il trasloco (500.000 euro), per la penale di disdetta dell'attuale contratto di locazione nella sede romana (599.800 euro). Inoltre il costo di «raccordo istituzionale», ovvero per garantire gli incontri e le relazioni con le istituzioni presenti nella Capitale, sarebbe di 400.000 euro all'anno.