Anche Formigoni boccia il progetto
Unaposizione per la quale si è perfino scontrato con Umberto Bossi. «Spostare uno o due Ministeri al Nord qualche vantaggio lo porterebbe. Ma mi sembra molto complesso da realizzare – ha commentato – E poi non è la richiesta più pressante dei nostri imprenditori e dei nostri ceti produttivi». Quando il leader della Lega ha saputo quel era la posizione del presidente della Regione ha reagito con il suo solito modo «spiccio»: «Formigoni è presidente della Lombardia per i voti della Lega – ha tuonato – almeno stia zitto: però non ci credo che dica no ai ministeri in Lombardia, perché si tratta di un mucchio di soldi e Milano ci guadagnerebbe troppo perché lui possa permettersi di dire di no». Formigoni, comunque, non si è scomposto più di tanto alla reazione del leader del Carroccio. Il governatore ha ricordato a Bossi «la posizione di chiusura» dei capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato sull'argomento e ha affermato che «senza i voti del Pdl la proposta della Lega non va lontano». Poi il presidente delal Regione ha invitato i giornalisti a chiedere a Bossi che cosa ne pensa delle dichiarazioni di Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri «che rappresentano ufficialmente il Pdl, tutti i gruppi parlamentari del Pdl e che hanno espresso una posizione di netta chiusura sulla proposta della Lega, molto più netta della mia». «Il problema – ha aggiunto il governatore - è che la proposta della Lega diventa operativa con i voti del Parlamento. E senza i voti del Pdl, la proposta della Lega non va lontano». E quando, subito dopo, a Bossi è stato chiesto proprio dello scetticismo, soprattutto degli alleati del Pdl, verso questa riforma che la Lega vorrebbe far seguire al federalismo fiscale la risposta del senatùr è stata altrettanto dura: «Quelli sono gente che vuole tutto senza rischiare niente, noi sappiamo che per poter portare a casa le cose ci sparano addosso ma noi lo facciamo perché ci crediamo»