«Ora il Pdl ritrovi spirito di squadra I ministeri al Nord? Solo propaganda»

.Dopo il risultato «poco brillante» delle Amministrative, il presidente dei senatori del Pdl intende ripartire da due «certezze» venute fuori dal voto: «la tendenza bipolare dell'elettorato e la radicalizzazione a Sinistra dell'opposizione». Milano rischia davvero di finire in mano agli estremisti? «Il problema è che Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli rappresentano un mutamento che non rispecchia la natura degli elettori. Le loro idee di famiglia, bioetica, immigrazione, fisco finirebbero per disorientare i cittadini. Entrambi, poi, si circonderebbero di consiglieri di Rifondazione Comunista, dell'Italia dei valori, di Sel, in un vero e proprio sbilanciamento su posizioni estremiste che nulla hanno a che fare con i cittadini. A Milano c'è un certo tessuto sociale, vige il principio di sussidiarietà, ci sono tante associazioni cattoliche. È importante che tutti questi cittadini vadano a votare». L'esito dei ballottaggi avrà ripercussioni sul governo? «Io, intanto, sono fiducioso. Poi dobbiamo pensare che la Merkel ad Amburgo è scesa dal 40 al 20%, perdendo anche il controllo su molte Regioni, che Obama - dopo le elezioni di midterm - non ha più la maggioranza del Congresso. Anche Sarkozy è andato male alle ultime amministrative. Domani (oggi, ndr) si vota in Spagna e le previsioni non sono affatto positive per Zapatero. Noi dal 2008 ad ora abbiamo sempre vinto. Adesso ci sono dei campanelli d'allarme che non vanno sottovalutati, ma siamo comunque la prima forza del Paese». Le opposizioni, però, cantano vittoria... «Parliamo di dati: queste elezioni hanno sancito intanto la vittoria del bipolarismo. Un ipotetico terzo polo semplicemente non esiste. A Sinistra prevalgono gli estremisti. Hanno vinto i candidati che il Pd aveva contrastato alle primarie. Per i democratici è un fallimento. L'Idv - che esulta per De Magistris, per altro sempre osteggiato da Di Pietro - perde voti ovunque mentre crescono i grillini. Perché se strilli, c'è sempre uno che strilla di più. Ricordate la considerazione rivolta da Napolitano all'opposizione? Quando disse che non c'era un'alternativa credibile? Bè queste elezioni hanno minato ancora di più la credibilità dell'opposizione. Per questo se manteniamo la calma rimarremo a lungo la forza prevalente». Eppure anche il Pdl non vive un momento felice. Nel Lazio, a Sora e Terracina, al ballottaggio ci sono due candidati di centrodestra l'un contro l'altro armati... «Nel Lazio abbiamo ottenuto dei risultati rilevanti. A Latina abbiamo vinto al primo turno una sfida importante. Quanto ai candidati della Polverini, erano stati eletti per il Consiglio regionale e poi sono stati esclusi. Così Renata li ha proposti come sindaci, e non è stato raggiunto un accordo con il Pdl. Io ho sostenuto e sosterrò sia a Sora che a Terracina i nostri candidati. Poi, dopo le elezioni, mi farò promotore di iniziative di coesione. Dobbiamo avere la consapevolezza che il successo di ciascuno di noi non dipende solo dalla nostre capacità, ma da uno spirito di squadra su cui dobbiamo continuare a lavorare». E i ministeri al Nord proposti dalla Lega? «Servono politiche per i territori, non propaganda. I ministeri sono strutturati a Roma, non possiamo assolutamente spostarli. Loro parlano di quelli senza portafoglio di Calderoli e Bossi. Ma a cosa servirebbe? A far lavorare Bossi qualche giorno in più a Varese, forse. È una polemica inutile che rischia di spostare il consenso di poche decine di milanesi, spaventando inutilmente decine di migliaia di lavoratori a Roma». Esiste un asse Tremonti-Formigoni che il Cav deve temere? «Prima il Pdl era accusato di non avere classe dirigente. Adesso sembra che di dirigenti ce ne siano troppi. Che ci sia un'alternanza di leader è la normalità. Ci sono i quarantenni e quelli che fanno politica da tanti anni. Proiettare il loro entusiasmo per costruire il futuro del Pdl, sarà il più grande successo di Berlusconi».