Contro l'evasione servono più soldi

Rafforzare il sistema della giustizia tributaria, abbandonare il ricorso indiscriminato ai condoni e potenziare l'amministrazione finanziaria rendendola più efficace nella lotta all'evasione fiscale. Mentre il ministro Tremonti sta mettendo a punto la riforma fiscale, ecco che sul sito di Italia Futura, la Fondazione di Luca di Montezemolo, appare quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un vero manifesto programmatico. Firmato semplicemente Italia Futura sembra una sorta di piattaforma politica bella e pronta, qualora Montezemolo decidesse di scendere in campo. Anzi proprio il fatto di affrontare il tema cruciale, così determinante in ogni programma politico all'indomani del voto delle amministrative, è un ulteriore segnale che il presidente della Ferrari sta creando i presupposti per mettere a punto una lista e scendere nell'agone politico. Il manifesto sul fisco segue immediatamente un altro articolo, sempre su Italia Futura, nel quale partendo dall'analisi degli schieramenti politici, si sottolineava la necessità di forze nuove in grado di dare una risposta alle richieste del popolo moderato, orfano di riferimenti partitici. Il titolo è emblematico: Fisco-contribuenti, l'equilibrio possibile. Tre proposte per superare dieci anni di politiche schizofreniche. Ma vediamole queste proposte. Il punto di partenza è la critica sia agli interventi del centrodestra sia a quelli del centrosinistra. «Un centro-sinistra che si dimostra incapace di affrontare il tema della lotta all'evasione senza mettere una parte del Paese contro l'altra. Dall'altro, un centro-destra che si dimostra tutto tranne che la casa dei moderati, passando da un eccesso all'altro: dal perdonismo e giustificazionismo che crea aspettative di sempre futuri condoni, alla compressione dei sacrosanti diritti di compensazione dei crediti e dei debiti tributari ed alla moltiplicazione esponenziale degli adempimenti telematici». Risultato: i contribuenti si sentono «disorientati». La ricetta? Numero uno: «serve anzitutto una riforma capace di costruire una tassazione equa nel quantum e nella sua ripartizione. Serve però anche l'abbandono degli eccessi. La politica dei condoni e degli scudi fiscali deve essere definitivamente accantonata». Italia Futura propone che «l'approvazione di leggi di condono fiscale sia subordinata a maggioranze parlamentari rafforzate, così da sottrarne la disponibilità al governo di turno e ripristinarne la natura davvero eccezionale che dovrebbero avere». Poi bisogna «rafforzare il sistema della giustizia tributaria, affinché quest'ultima non arrivi sistematicamente dopo procedure di riscossione basate su accertamenti che, sempre più spesso, si basano a loro volta su presunzioni legali poste a vantaggio dell'amministrazione finanziaria». Quindi si arriva al punto della riduzione delle imposte. E si dice che sarà impossibile fino a quando «le previsioni di gettito derivanti dalla lotta all'evasione continueranno ad essere utilizzate a copertura di impegni di spesa, assunti prima ancora del loro effettivo incasso». Fondamentale è, scrive Italia Futura, «una amministrazione finanziaria in grado di essere efficace nella lotta all'evasione fiscale, senza però cadere in un esasperato e conflittuale formalismo». Per questo occorre «un potenziamento delle tutele giurisdizionali e dei poteri di accertamento e riscossione». Basta dare uno sguardo alla dislocazione delle risorse investite per capire che c'è uno squilibrio tra le somme destinate all'accertamento e alla riscossione rispetto a quelle per il funzionamento della giustizia tributaria. Nel bilancio previsionale dello Stato per il 2010, riporta Italia Futura, le somme destinate per il funzionamento dell'Agenzia delle entrate, e quindi per accertare, sono state 2.865 milioni di euro; quelle per il funzionamento di Equitalia, e quindi per riscuotere, 320 milioni di euro; quelle per il funzionamento della giustizia tributaria, e quindi per garantire al cittadino un equo processo in caso di ricorso, 70 milioni di euro. Il programma di Montezemolo indica in questo squilibrio l'anello debole di tutta la macchina fiscale e quello su cui agire per arrivare alla riduzione delle tasse.