Berlusconi s'inventa la Lega Sud
Una lista civica che, in caso di voto anticipato, riesca a neutralizzare la formazione di Luca Cordero di Montezemolo. Una Lega Sud, a cui il premier sta lavorando da mesi. A guidarla sarebbero la governatrice del Lazio Polverini, il numero uno della Campania Caldoro e il leader di Forza Sud Miccichè. Il quadro politico è piuttosto complesso e i risultati elettorali delle Amministrative hanno peggiorato la situazione e convinto il premier ad accelerare i tempi. Se si perdesse Milano al ballottaggio e non si riuscisse a trovare la quadra nel centrodestra, allora il voto rimarrebbe l’esito più probabile. A quel punto però il Pdl rischierebbe di rimanere «stritolato» dalla Lega Nord da un lato e dalla nuova formazione del numero uno della Ferrari dall’altro. Una lista civica nazionale con il volto dei governatori ancora «freschi» di elezione potrebbe fare la sua parte. Le Amministrative, tra l’altro, hanno dato una spinta rilevante alla lista Città Nuove della Polverini: dove si è presentata ha conquistato dall’8 al 10 per cento. Non solo. La governatrice del Lazio avrebbe anche un paio di candidati di riferimento a Napoli. Lei e Miccichè sarebbero l’arma vincente. Entrambi appartengono all’area del Pdl ma sono critici. La Polverini sfiderà addirittura il partito nei ballottaggi a Sora, dove potrebbe fare un accordo con il Pd, e a Terracina. Dal canto suo Miccichè è stato chiarissimo: «Il Pdl non c’è, è soltanto un danno per Berlusconi. Per il suo bene, andrebbe velocemente sciolto. Come dice Galan: bisogna ripartire dallo spirito del ’94, quando Berlusconi era imbattibile. Oggi è stato trascinato, suo malgrado, nei peggiori giochi di Palazzo. Non ho mai avuto la tessera del Pdl - ha aggiunto in un’intervista a L’Espresso - proprio perché mi sono subito reso conto che la parte destra non poteva convivere con noi forzisti. Forza Italia era un’aggregazione di moderati, l’ingresso dei fascisti ha determinato un Berlusconi più aggressivo». Invece la Polverini snobba le critiche, pensa alla prossima sfida elettorale e spiega: «Chi ha votato altri partiti può decidere di votare uno dei due candidati o non andare al voto, ma penso che la maggior parte delle persone andrà comunque alle urne». La governatrice è convinta che ci sarà un’affluenza alta «perché gli elettori devono esprimere il loro voto su chi li amministrerà per i prossimi cinque anni. Se scenderò di nuovo in campo? Ovunque ci sarà bisogno di me andrò, ci mancherebbe altro». Intanto ieri, dopo aver avuto un confronto alla Regione Lazio con il capogruppo del Pd Esterino Montino, la Polverini ha raggiunto Berlusconi a Palazzo Grazioli. Anche per rassicurarlo sulla sfida elettorale tra la sua lista e il Pdl: «L’ho fatto per mettere fuori gioco il Pd, per costringerlo a scendere a patti», gli avrebbe spiegato. «Se ho trovato Berlusconi preoccupato per Milano? Lui è una persona che fa politica, e che mette la faccia in tutte le campagne elettorali quando è necessario, e quindi anche questa volta è molto concentrato» ha detto e poi ha aggiunto: «Abbiamo parlato anche dei ballottaggi a Milano e a Napoli. Mi ha fatto piacere ascoltare le valutazioni del presidente del Consiglio». Non è nemmeno escluso che la Polverini tornerà a Napoli (dove, in campagna elettorale, è già stata almeno in un paio di occasioni) per sostenere il candidato del centrodestra Lettieri. Ma le tensioni per i ballottaggi laziali del 29 e 30 maggio restano. Tanto che il coordinatore e il vice del Pdl regionale Vincenzo Piso e Alfredo Pallone, anche loro ieri a Palazzo Grazioli, hanno discusso con il premier Berlusconi di «come impostare i prossimi impegni politici». Intanto il leader de La Destra Francesco Storace tuona: «Sono orgoglioso di aver determinato con i voti del mio partito l’elezione della Polverini ma non capisco proprio la scelta della presidente di correre alle Amministrative con una lista contrapposta al Pdl. Mi piacerebbe conoscere chi gliel’ha consigliato. Forse non ci capisco più niente di politica ma sono rimasto davvero basito».