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La sbornia di Bersani sul voto

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Cheè una legge rapidamente promulgata dal presidente della Repubblica, nonostante le piazzate di Di Pietro, nel tentativo -poi frustrato dalla Corte Costituzionale- di mettere il presidente del Consiglio al riparo dai processi durante l'esercizio del mandato di governo. Di quella legge è rimasto ben poco dopo i tagli apportati dalla Corte, come dimostrano i vecchi processi ripresi e quello nuovo appena cominciato contro Berlusconi. E quel poco che è rimasto decadrebbe da solo in autunno, senza bisogno del referendum. Che pertanto è un'arma spuntata, utile solo alla gogna mediatica di Berlusconi, e del presidente della Repubblica che promulgò la legge con tanto di comunicato esplicativo delle sue buone ragioni. Ma ormai del capo dello Stato, forse anche a causa delle insofferenze recentemente mostrate da Giorgio Napolitano per i limiti e le contraddizioni di una sinistra riformista solo a parole, importa ben poco a Bersani dopo la sbornia milanese del primo turno.

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