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Il Pdl vuole pluralismo. E s'incarta

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Lariformulazione del testo, presentato alcuni mesi fa, era stata chiesta anche dal presidente della bicamerale Sergio Zavoli, che aveva espresso parere negativo e sollevato dubbi di ammissibilità su alcuni punti della bozza. Tra questi anche il comma sull'alternanza settimanale dei conduttori nei talk show, che aveva scatenato molte polemiche. Nel nuovo testo si legge che «nel caso in cui i più importanti programmi di approfondimento si concentrino nelle prime serate, onde evitare il determinarsi di evidenti posizioni dominanti di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri, la Rai potrà valutare l'opportunità di sperimentare l'apertura di altri spazi informativi affidati ad altri conduttori da posizionare negli stessi giorni, nella stessa fascia oraria e sulla stessa rete, anche nel periodo di programmazione dei programmi suddetti». Rispetto alla formulazione iniziale non c'è un riferimento specifico ai programmi del martedì e al giovedì sera e manca anche un richiamo al principio dell' «equilibrata alternanza settimanale». Butti ha inoltre eliminato, in altri commi, il riferimento all'esistenza di «un forte squilibrio all'interno dei palinsesti» della Rai e l'impegno da parte della tv pubblica a «ridurre il numero di programmi a conduzione tradizionale», pur lasciando inalterato l'impegno a «sperimentare format di approfondimento innovativi». Il testo, secondo quanto si apprende, non troverebbe ancora l'approvazione dell'opposizione, secondo la quale le modifiche non sarebbero sostanziali, soprattutto per quanto riguarda il capitolo sull'alternanza dei talk show. La minoranza non solo escluderebbe di ritirare gli oltre 100 emendamenti presentati, ma si appresterebbe anche a formulare nuovi subemendamenti sui punti ritoccati da Butti, annunciando battaglia per la discussione tra due settimane. «Non mi stupisce il no della minoranza. È chiaro che a loro va bene lo status quo, perché hanno un concetto di pluralismo diverso dal nostro. Noi chiediamo di aggiungere voci e regole, vogliamo un pluralismo vero. Loro hanno invece tutta l'intenzione di portare la normale dialettica verso lo scontro», spiega Butti, commentando l'insoddisfazione dell'opposizione nei confronti delle modifiche apportate all'atto di indirizzo sul pluralismo.

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