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Dopo il voto delle amministrative, la maggioranza torna in Aula, alla Camera, e viene battuta cinque volte.

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Laquinta, sulla ratifica di un trattato internazionale. Si approva, in sostanza, un ordine del giorno dell'Idv per la messa al bando delle bombe a grappolo. I capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e di 'Ir' Luciano Sardelli (nella foto) provano a minimizzare dicendo che si tratta di assenze occasionali. Non volute. Il Guardasigilli Angelino Alfano spiega che si tratta di una normale «rilassatezza post-elettorale». Ma quando si ascolta la «rabbia elettorale» dei leghisti e si sentono deputati di 'IR' minacciare la scissione, la difficoltà della maggioranza appare in tutta la sua importanza. Nelle prime quattro votazioni, che vedono lo scarto oscillare tra i 10 e i 14 voti, mancano 12 'Responsabilì, due della Lega e 15-17 deputati del Pdl. Oltre a buona parte del governo e ad un gran numero di sottosegretari. La realtà, si commenta subito nel centrodestra, è che, al momento, lo spazio per tornare a parlare di un rimpasto di governo non c'è. E così molti, soprattutto in 'IR', esternano il proprio malcontento. Elio Belcastro e Arturo Iannaccone annunciano la creazione di un nuovo gruppo e rilanciano il progetto della Lega del Sud da realizzare insieme a Gianfranco Miccichè e Adriana Poli Bortone. Francesco Pionati e Maria Grazia Siliquini non si fanno vedere. Altri, come Domenico Scilipoti, scelgono la via dell'astensione (una volta). Bruno Cesario, invece, confessa: «Ero alla mia prima riunione con Tremonti, non potevo mancare».

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