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Caso Ruby, si decide il 6 luglio

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Ruby Rubacuori (Karima El Mahroug)

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Il presidente facente funzioni della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, ha fissato al prossimo 6 luglio la Camera di Consiglio per decidere l'ammissibilità del ricorso per conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera dei Deputati nei riguardi della magistratura di Milano sul caso Ruby. Il relatore della causa, secondo quanto si è appreso, sarà il giudice costituzionale Giuseppe Tesauro. Se passerà il primo vaglio di ammissibilità, il ricorso sarà deciso nel merito solo in un secondo momento, tra il prossimo autunno o inverno. Come tutti i conflitti di attribuzione anche quello che riguarda il premier Silvio Berlusconi (chiamato a rispondere dinanzi alla IV Sezione del Tribunale di Milano di concussione prostituzione minorile) avverrà in due fasi per un tempo complessivo che mediamente impegna la Corte Costituzionale per un anno. Si comincerà dunque il prossimo 6 luglio con una preliminare verifica di ammissibilità (data per scontata in ambienti di palazzo della Consulta, dal momento che la Corte si limiterà a riconoscere come titolati i due poteri dello Stato che hanno avviato il braccio di ferro così come è accaduto recentemente anche per il caso Mastella) e proseguirà con il giudizio di merito. Tra un momento e l'altro della decisione passeranno inevitabilmente diversi mesi tenuto conto che almeno 60 giorni sono necessari alla notifica dell'ordinanza di ammissibilità. Nel frattempo, andrebbe avanti il giudizio a carico di Berlusconi davanti al Tribunale di Milano sul caso Ruby. A meno che, dopo la preliminare ammissibilità del conflitto i giudici di Milano non ritengano opportuno sospendere, in attesa che la Consulta chiarisca definitivamente se spetti alla Camera o meno l'ultima parola sul potere di valutare la ministerialità di un reato. Il conflitto votato dalla Camera lo scorso 5 luglio è stato depositato ieri presso la Cancelleria della Corte Costituzionale ed è stato scritto dall'avvocato-parlamentare Roberto Nania. Nel ricorso di circa 40 pagine si chiede alla Corte Costituzionale di dichiarare che non spettava alla Procura di Milano indagare sul presidente del Consiglio e di procedere alla richiesta di giudizio immediato per il delitto di concussione senza aver prima trasmesso gli atti al tribunale per i reati ministeriali. In questo modo - viene sottolineato nel ricorso - si è precluso alla Camera di deputati l'esercizio delle proprie attribuzioni costituzionali previste dall'art. 96 dalla legge costituzionale n. 1 del 1999 relativa alle competenze del Collegio per i reati ministeriali. Alla Corte, infine, viene chiesto di stabilire che non spettava al gip del Tribunale di Milano procedere in via ordinaria e disporre il giudizio immediato nei confronti di Berlusconi, nè tantomeno affermare la natura non ministeriale del reato di concussione a lui contestato. Con il conflitto, dunque, si chiede alla Consulta di annullare tutti gli atti compiuti dalla magistratura milanese, dalle indagini fino al decreto di giudizio immediato.

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